l'intervento di Carlo Lucarelli a Roma in Piazza San Giovanni il 14 settembre 2002
"UNA FESTA DI PROTESTA"
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Porto con me tanti eroi ( editoriale su L'Unità)
di Carlo Lucarelli

L’altro giorno, non so per quale motivo, mi è venuta in mente la scena di un film, quella in cui il giudice Rosario Livatino corre lungo i campi inseguito dai killer della Stidda che lo vogliono ammazzare. Mi è venuta in mente la sua camicia bianca che scompare fuggendo tra gli sterpi e lui che urla «no!», con una paura disperata. Non so se quella scena fosse veramente come la ricordavo, e non so neppure se sia vero, come mi avevano raccontato, che anche il commissario Boris Giuliano avesse gridato «no!» mentre la mafia gli sparava in un bar sotto casa, ma Livatino mi ha fatto venire in mente Giuliano e Giuliano mi ha fatto ventire in mente Giorgio Ambrosoli.
Me lo sono visto in una delle ultime fotografie, quando aveva pochi anni in meno di me ma sembrava più vecchio per quell’aria molto borghese, molto seria e molto per bene che avevano gli uomini come lui in quegli anni. Mi è venuto in mente quello che avevo letto nel libro di Stajano, la frase che Ambrosoli disse alla moglie dopo aver saputo di essere il liquidatore delle banche di Michele Sindona: «sono solo». E anche quella che gli disse William Aricò un secondo prima di sparargli: «mi scusi, signor Ambrosoli», niente di personale. La catena delle associazioni di idee avrebbe potuto continuare all’infinito, con Pio La Torre, il giudice Terranova, Amato, Occorsio, Alfano, Guido Rossa, fino a Falcone e Borsellino e anche Massimo D’Antona e Marco Biagi. Gente normale, persone per bene, di destra e di sinistra, alcuni di questi addirittura sinceramente fascisti, ma che avevano un’idea precisa e forte di quelli che sono i valori fondamentali della società, che sentivano forte il senso della giustizia e dello stato e per quello, da gente per bene, si sono fatti ammazzare. Senza concessioni e senza compromessi. Con paura, forse, ma senza compromessi.
È per questa gente qui che io, il 14 settembre, vado a Roma a manifestare contro proposte di legge che in buona o cattiva fede renderanno ancora più vano il sacrificio di quelle persone. Spero che saremo in tanti, quel giorno, e spero di trovarmi accanto anche a tanta gente che non è di sinistra, che non legge l’Unità, che ce l’ha anche con i comunisti, ma che ha forte un certo senso della giustizia e dello stato.
Finché posso scegliere, io sto con la gente per bene. Non sto con chi frequenta i mafiosi, con chi difende chi ha messo le bombe, con chi apprezza società segrete e militari golpisti. Finché posso scegliere, io sto con Livatino, Giuliano e Ambrosoli.