Acqua in bocca di Carlo Lucarelli e Andrea Camilleri (minimumfax,
2010)
pp. 108 - € 10,00 - ISBN 9788875212780
tradotto anche in francese, tedesco,
inglese,
turco, spagnolo e altre lingue
Il commissario Salvo Montalbano incontra
l'ispettrice Grazia Negro in un gioco,
un
esperimento, una collaborazione letteraria
senza precedenti: i due "re"
del
giallo italiano contemporaneo, entrati
in
contatto durante le riprese del documentario
"A quattro mani" (Minimum
Fax Media
2007), uniscono le forze e regalano
ai lettori
una storia che vede protagonisti i
loro personaggi
di maggior successo. A metterli in
contatto
è un insolito omicidio in cui la vittima
viene ritrovata con un pesciolino in
bocca:
il caso è nelle mani di Grazia Negro,
che,
resasi conto di non trovarsi di fronte
a
un delitto di ordinaria amministrazione,
chiede aiuto al collega siciliano.
Un romanzo
dalla struttura insolita e non convenzionale:
un collage di lettere, biglietti, ritagli
di giornale, rapporti e verbali, "pizzini"
che fanno rocambolescamente la spola
fra
i due detective,stimolando e accompagnando
il lettore nella ricostruzione dell'indagine,
che si conclude con un finale mozzafiato.
Una jam session fra due narratori geniali
che si divertono a far interagire il
loro
immaginario e il loro stile, una lettura
unica per gli amanti del poliziesco
e del
noir. Gli autori hanno scelto di devolvere
i proventi derivati dai diritti d'autore
per sostenere progetti di beneficenza.

Quando, nel 2005, l’editore Daniele
di Gennaro,
uno dei fondatori della piccola casa
editrice
Minimum Fax, se li è trovati davanti
entrambi
e li ha sentiti fantasticare di un
ipotetico
romanzo a quattro mani, non voleva
credere
alle sue orecchie. Era primavera e
i due
scrittori erano nello studio romano
di Andrea
Camilleri per girare un documentario
prodotto
da Minimum Fax Media. L’argomento era
venuto
fuori spontaneamente, durante uno dei
tanti
momenti di pausa in cui i due scrittori
di
gialli più noti in Italia, Andrea Camilleri
e Carlo Lucarelli, si erano scambiati
uno
sguardo d’intesa come si fa tra vecchi
amici
e avevano iniziato a divertirsi inventando
storie. La domanda dell’editore che
aveva
dato spunto alla discussione era semplice,
era quella che ogni lettore affezionato
avrebbe
voluto porgergli: “Come si comporterebbero
i vostri personaggi, Salvo Montalbano
e Grazia
Negro, con un cadavere in mezzo ai
piedi?
Come interagirebbero in un’inchiesta?
Me
lo raccontate?”.
Inizia così una conversazione che assomiglia
a una jam session jazzistica, di cui
entrambi
gli autori sono profondi estimatori
per altro.
Un gioco di richiami e rimandi a situazioni,
abitudini, modi di dire e di fare propri
dei loro più famosi personaggi: “Cosa
avrebbe
fatto Salvo se fosse stato interpellato
da
Grazia?… Si sarebbero piaciuti?...
Cosa avrebbero
fatto se avessero avuto davanti un
cadavere?”.
Di Gennaro, l’editore, assiste alla
creazione
estemporanea dell’improvvisazione e
decide:
da questo incontro, prima o poi, dovremo
tirar fuori un libro. Ma come?
Tra impegni editoriali nelle numerose
serie
che stanno scrivendo e impegni televisivi,
i due scrittori non hanno proprio nessuna
possibilità di incontrarsi, vivere
spalla
a spalla per un congruo periodo e scrivere
un romanzo a quattro mani. A meno di
catapultare
entrambi su un’isola deserta. L’idea
arriva
allora come un’illuminazione sfogliando
un
libro del 1936 di Dennis Wheatley,
Murder
off Miami, un giallo in cui il delitto
è
raccontato utilizzando materiali di
riporto,
documenti della questura, foto, lettere.
Un sistema caro a Camilleri, che lo
ha adoperato
in molti suoi romanzi. Il risultato
è una
sorta di corrispondenza a distanza,
strettamente
riservata, tra i due commissari di
Polizia,
un’indagine clandestina e parallela,
che
parte con la richiesta d’aiuto dell’Ispettore
Capo Grazia Negri alla Questura di
Vigata
per la risoluzione di un caso molto
intricato:
un uomo, a Bologna, è affogato nella
vasca
dei pesciolini rossi.
Evidentemente tutto inizia come un
gioco,
ma pian piano si trasforma in una vera
e
propria sfida a tutto campo, intensa
come
una partita a scacchi giocata in campo
neutro
e che si conclude con una sparatoria
da film
poliziesco d’altri tempi tra gli stand
di
una fiera di paese, a Milano Marittima.
Esperimento
riuscito. Salvo Montalbano e Grazia
Negro,
come hanno ammesso più volte gli stessi
autori,
ormai vivono di vita propria e hanno
smesso
di accondiscendere alla volontà del
regista
delle loro storie, così come Eraldo
Baldini
e il commissario Coliandro, costretti
a intervenire,
giocoforza, nella narrazione con due
cammei
che da soli valgono il prezzo di copertina.
Un gioco che saprà stuzzicare l’appetito
dei palati più fini, e strappare un
sorriso
a quanti hanno sempre tentato d’immaginare
i due ispettori di polizia fuori dai
loro
contesti, immersi in altre pagine.
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