"Chi c'è lassù" presente in "Agenda Fnac 2004" Dodici storie italiane. Cinque città in immagini. Un anno di cultura.
La prima agenda culturale di Fnac Italia con inediti di Alan D. Altieri, Claudio G. Fava, Carlo Lucarelli, Andrea G. Pinketts e altri e con le fotografie di Daniele Dainelli.

Da novembre 2003 alla Fnac trovate un’agenda che guarda al tempo libero. Un’agenda che vi propone, settimana dopo settimana i principali appuntamenti culturali del 2004. Un’agenda che vi accompagna in un viaggio attraverso le cinque città italiane in cui la Fnac è presente, viste attraverso l’obiettivo di Daniele Dainelli e dodici racconti inediti di scrittori italiani di oggi.
Da Genova, capitale culturale europea del 2004 (con Claudia Salvatori, Enrico Ratto, Ettore Maggi e Alan D. Altieri), a Torino (insieme a Piero Soria e Carlo Lucarelli), a Milano (in compagnia di Andrea G. Pinketts e Cristiana Astori), a Verona (nelle parole di Alessandra C e Alda Teodorani) fino a Napoli (sotto lo sguardo di Sandro Ossola e Andrea Carlo Cappi). Un percorso tra cultura, letteratura, musica, fotografia e videogames, con una conclusione di Claudio G. Fava.
Il lavoro di Daniele Dainelli sulle cinque “città Fnac” è anche una mostra: Viste e visioni: città italiane fotografate da Daniele Dainelli, da novembre in tour nelle gallerie fotografiche Fnac di tutta Italia.
Tutto il mondo della Fnac… In Agenda Fnac 2004.
In vendita alla Fnac a 10 € (se sei Socio fnac 8 €)

Dai racconti...



Genova, gennaio 2004
Claudia Salvatori

L’angelo dell’invisibilità
Sono alla Fnac per scegliere un’agenda dell’anno nuovo quando un angelo mi passa accanto. Non è un angelo che annuncia, che salva, che caccia dal paradiso; non fa quello che di solito fanno gli angeli. È un angelo invisibile, il mio: Trucco. Arriva evocato forse dalla luce mista di ombra e chiarore di gennaio, forse dall’odore della carta fresca di stampa, per me sempre un po’ afrodisiaco, forse dalla canzone di Ivano Fossati che mi gira in mente…

Genova, febbraio 2004
Enrico Ratto

Il miliziano sospeso
…Gian e Jack, dentro la barca, avevano resistito per una mezza giornata buona all’assedio poco convinto di una decina di poliziotti, ignari della ragione per cui due ladri di piccolo calibro nonché di grande ignoranza in fatto di fotografia, due giovani usciti dai vicoli per andare chissà dove, avessero deciso di rubare l’immagine-simbolo della Guerra Civile Spagnola esposta tra le opere della collezione Fnac.
…Dentro quel piccolo gozzo ancorato al molo del Porto Antico, in uno di quei gelidi e ventosi pomeriggi di febbraio che solo Genova sa offrire, due individui senza grosse ambizioni in fatto di crimine avevano tra le mani una fotografia storica in bianco e nero dalla didascalia tanto patriottica quanto poco comprensibile…

Torino, marzo 2004
Piero Soria

Un Lupo in Piazza Castello
Stavano tutti attenti. Era peggio di una psicosi.
Commercianti, vigili, maschere del cinema, camerieri, passanti. Soprattutto vecchie signore di etica più robusta della gola, in cerca di piccoli brividi e grandi perbenismi. Ognuno con le antenne diritte. Pronto a captare un movimento furtivo, un atteggiamento strano, un comportamento compromettente. Perché in Piazza Castello e dintorni, ormai da troppo tempo, imperversava lo scandalo. Nessun luogo era più sicuro. Né Baratti, né McDonald’s, né la Fnac…
…Fu così che il questore, pressato dal sindaco e dal cardinale, convocò il commissario Lupo. “Abbi pietà di me. Trovalo…”

Torino, aprile 2004
Carlo Lucarelli
Chi c’è lassù
…L’amministratore tornò quella sera. Un attimo, di passaggio, con la ragazza che aspettava in macchina. Ma un attimo non bastava. Sandro lo convinse a fermarsi, a chiamare la ragazza e a far salire anche lei. Offrì loro da bere. Cominciarono a parlare, quasi da amici.

Poi, all’improvviso, un urlo. “Basta! Ti odio! Non puoi fare così tutte le volte! Fallo ancora e ti ammazzo! Hai capito? Ti ammazzo!”.
L’amministratore, pallido come uno straccio, guardò Sandro.
La ragazza dell’amministratore, invece, guardava il soffitto, seccata. “Ma che casino fanno quelli lassù?” chiese.
“È proprio questo il punto...” disse Sandro, “quelli lassù. Non ci sta nessuno lassù…”

Milano, maggio 2004
Andrea G. Pinketts
Ciò che cade giù dal faggio

…Batteva in luoghi comuni, tipo l’Idroscalo. Per questo odiava i luoghi comuni. Tipo “Marzo pazzerello” o “Aprile, dolce dormire”, l’anticamera del coma. Tutte stronzate primaverili.
Pap, il suo pappone, una mezza sega di tabagista Nizzardo perennemente munito di un coltellino svizzero multiuso, era stato categorico: “…ti voglio coinvolgere nel mio grandioso progetto di alberi. Non più gli alberghi a ore, superati: alberi a ore. Per ogni mignotta un albero, Una pianta…”
“Piantala, stai delirando”, l’aveva interrotto Primavera.
Pap, indispettito, le aveva tirato una coltellata col suo multiuso svizzero. Non l’aveva uccisa: gli era uscito l’apribottiglia. Impotente di fronte all’impotenza del gesto, si era ripreso e, sudando copiosamente, aveva proseguito la conversazione: “A Bettina una betulla, a Querida una quercia, a Ondina un ontano.”
“Hai tutte quelle ragazze, oltre a me?”
“No, però me le immagino. Bisogna pur partire per arrivare, no?” Dal coltellino spuntò un cavaturaccioli. “Cominciamo con te. Batterai sotto i faggi…”

Milano, giugno 2004
Cristiana Astori
Sempre libera

…Aveva raggiunto la Fnac a passo veloce mentre il caldo stava diventando insopportabile. Nel reparto musica aveva infilato a caso un paio di cuffie…
Lui era dall’altro lato dell’espositore, faceva saltare una moneta e la fissava. Anche lei aveva iniziato a guardarlo, un po’ per noia, un po’ perché non sapeva dove posare lo sguardo…
Lei quell’uomo lo conosceva. L’aveva visto alla festa di venerdì notte. Un elegante appartamento con vista sui Navigli. Gente sconosciuta, come sempre. Clara era un’esperta a capitare in posti del genere, a farsi notare ma anche dimenticare, all’occorrenza. Si vestiva di nero, portava un girocollo prezioso; non parlava con nessuno, si limitava ad assaggiare qualche cocktail e osservava. Teneva d’occhio gli allarmi dell’appartamento, le borse e le giacche accumulate nel guardaroba, il grado di vigilanza degli invitati sui propri portafogli.
Non c’era dubbio, lui era quello della festa…

Verona, luglio 2004
Alessandra ©
Sesso (poco), Ritalin (troppo) e videogame

…Il mio vicino osserva sorpreso, poi quando inizio a giocare la sua espressione si trasforma in un sogghigno schifato.
Tutta la mia esistenza orbita attorno a questo tipo di reazioni e mentirei se affermassi d’esserci abituata. Ogni volta che vedo sulla faccia il sorrisino accondiscendente di chi ti vorrebbe salvare, vorrei triturare le ossa del malcapitato con una combo stile Nina Williams di Tekken. Vivo giocando, o meglio, mi guadagno il pane videogiocando.
Puntualizziamo subito: non ho avuto un’infanzia difficile, non sono brutta, anzi direi proprio che sono una discreta gnocca, non ho problemi relazionali e non sono frigida. E odio sentire il diminutivo giochino riferito a un videogame.
Sono un’esperta di costume digitale e intrattenimento elettronico per una blasonata testata nazionale. Sono indubbiamente brava, nonché donna. Entrambi gli elementi non depongono a mio favore…

Verona, agosto 2004
Alda Teodorani
L’amore ritrovato

…D’un tratto lo vedo riflesso nella vetrina accanto a me. È ancora più magro, se possibile, ancora più pallido. Il suo corpo sottile sembra voler scomparire da un momento all’altro, sento il suo profumo nell’aria. Fatico a voltarmi e continuo a osservare la sua immagine nella vetrina. È vestito di nero, come sempre, e porta ancora i capelli lunghi fin sotto le spalle. I suoi riccioli morbidi sulla pelle, mentre scendeva a baciarmi, mi avevano fatto impazzire. Non mi giro a guardarlo. Resto qui a respirargli accanto, ho paura che se mi volto lui sparirà. Poi non resisto, ho troppa voglia di chiedergli dove è stato, di baciarlo.
Accanto a me non c’è nessuno…

Napoli, settembre 2004
Sandro Ossola
Guapparia

Certo, farsi ingaggiare come investigatore dalla migliore amica di sua madre per ficcare il naso in una questione di famiglia non era proprio il massimo della deontologia professionale. Ma, dato che Guido Sereni aveva inaugurato la sua carriera di detective innamorandosi della sua prima cliente… Una cicatrice in più nella sua collezione, ma quello era un altro discorso.
Il fatto era che Laura, ventidue anni ancora da compiere, la più piccola dei tre nipoti di Luciana, si era messa con un tipo, più grande di lei, che si diceva spacciasse coca fra Posillipo e il Vomero. Paura e delirio in famiglia…
Le pressioni sulla ragazza non erano servite a nulla. Sereni non fece commenti, ma era sicuro che l’idea di sfidare la famiglia non potesse che deliziare una ventenne. Alla fine Laura aveva mollato il tipo, semplicemente perché si era scocciata di lui. Tutto bene. Anzi, no: un paio di mesi dopo due scagnozzi la affrontano quasi sotto casa, le fanno velate minacce e le tagliuzzano la faccia con una lametta…

Napoli, ottobre 2004
Andrea Carlo Cappi
In ogni caso nessun rimborso

Il passeggero di nome Carlo Medina aveva capelli scuri appena venati di grigio e un paio di baffi che, negli anni Settanta, avrebbero fatto pensare a Charles Bronson. D`estate, l’abbronzatura esaltava le componenti mediterranee del suo DNA, dandogli un’aria tra il gitano e l’arabo. Ma in ottobre l’abbronzatura era svanita e nemmeno la giornata trascorsa a Ischia era bastata a farla rivivere.
Appena mise piede sul Molo Beverello, Medina si sentì sollevato. Forse era semplicemente il piacere di toccare di nuovo la terraferma dopo la traversata da Ischia, fortunatamente più tranquilla di quella del giorno precedente. O forse, era solo la banale soddisfazione di avere portato coscienziosamente a termine un incarico…

Genova, novembre 2004
Ettore Maggi
Un racconto per Spade

…Cerco qualche titolo che mi faccia venire un’idea per il racconto che devo scrivere. Guardo i libri di Leo Malét. Un rapinatore di banche, ma non di professione, uno come Jean Fraiger o Jules Bonnot, un anarchico disgustato dalla vita e dalla società e inseguito dalla polizia, arriva sanguinante nel reparto libri, e prende in ostaggio i commessi. La ragazza carina dai capelli neri e lunghi gli cura le ferite e lo convince a liberare gli ostaggi. Ma un tenente dei carabinieri piemontese, Paolo Messa, fa intervenire i ROS, e nella sparatoria la ragazza muore. Il rapinatore bacia le sue labbra fredde e si lancia contro gli sbirri cantando la ballata di Sante Caserio…

Genova, dicembre…
Alan D. Altieri
G/48

Il grande spettacolo della morte non aveva fine. Aveva però avuto un inizio. Un’unica data certa. Anno Domini 2004, Dicembre. Giro di boa storico, svolta epocale. Così l’aveva definita un qualche corrotto coglione. Inizio dell’Era BS, Benessere Sempiterno. Cancellazione del passato e del futuro, inizio del presente infinito. Niente più governo, parlamento, ministri, sottosegretari. In fondo erano tutte merdate. Lo erano sempre state. Bastava un solo e unico capo: il Demiurgo. Clonava se stesso. Assicurava continuità, pace, progresso, gioia.
E spettacolo.
Spettacolo, certo. Spettacolo completo, totale, assoluto. Il G era il diamante nel diadema del Total Vision Network… Lo spettacolo deve continuare. Come nuovo campo di massacro era stata scelta la Lanterna. Ruoli di difesa e attacco scambiati da un G all’altro. Al G/48, il Pol-Un Team era in attacco…

L’ultima parola
Claudio G. Fava
I sotterranei della Fnac

…Mi faceva impressione trovarmi nei vasti sotterranei della libreria –situata nella strada principale della città, via XX Settembre– perché in quel palazzo avevo abitato per quasi vent’anni e nell’appartamento numero 9 al terzo piano ero cresciuto, salvo la parentesi dello sfollamento, dai tempi delle elementari sino all’Università…