"L'ANGELO CURIOSO / IMPERFETTO SILENZIO" di Mauro Smocovich - Lit. 12000 (NOUBS
1997)
prefazioni di Carlo Lucarelli

PREFAZIONE DI CARLO LUCARELLI
a "L'ANGELO CURIOSO" di Mauro
Smocovich
"Chi non conosce la letteratura di genere
e' portato a pensare che sia una strada stretta,
dai confini ben definiti e invalicabili come
il guard rail di cemento di un'autostrada.
In realta' i confini del genere, che siano
le atmosfere cupe del noir o le visioni futuriste
della fantascienza, sono virtuali e impalpabili
come le mura di un ologramma e non chiedono
altro che di essere violate e perforate da
spiriti curiosi.
Molti dei racconti de "L'Angelo
Curioso",
infatti, potrebbero essere classificati
come
racconti di genere. Dalla lucida follia
da
serial killer di "Irritazioni",
al metapoliziesco di "Breve racconto",
alle visioni cyber di "Quando
c'e' l'amore...",
fino alla fantascienza classica delle
astronavi
galattiche di "Agnus Dei"...
i
generi ci sono tutti. Ma come Angeli
curiosi,
i racconti di Mauro Smocovich volano
via,
scivolano tra le convenzioni narrative
e
mutano, si trasformano come embrioni
investiti
dalle radiazioni nucleari e diventano
un'altra
cosa, che sta a meta' tra Scerbanenco
e Lovecraft.
Diventano brevi frammenti di storie
con interi
universi nascosti tra le righe. Mondi
sconosciuti
ancora da immaginare, meta' oscure
che soltanto
un angelo curioso come un angelo ribelle
puo' permettersi di sorvolare.
CARLO LUCARELLI

PREFAZIONE di CARLO LUCARELLI
a "IMPERFETTO SILENZIO" di
Mauro
Smocovich
"Non si puo' dire tutto in un racconto".
E' la frase finale di un racconto di
Mauro
Smocovich, una parte della quale ne
costituisce
anche il titolo e, secondo me, dice
molto
del suo stile e del taglio di "Imperfetto
Silenzio". Perche' quello che
accomuna
tutti i frammenti di questa raccolta
di racconti
e' proprio questo silenzio carico di
significato,
gonfio di suoni che ronzano in sordina
tra
una frase e l'altra, brevissima, spezzata,
come lasciata a meta' perche' il resto
sia
da immaginare. Un silenzio come quello
che
si sente quando ci si tappa le orecchie
con
le mani e il silenzio non e' piu' silenzio
e basta, ma un silenzio in cui rimbombano
cose nascoste, echi di pensieri che
vengono
da dentro la testa e non da fuori.
Un silenzio
imperfetto, appunto.
Le cose che appaiono tra le frasi dei
racconti
sono ombre e luci. Ombre cupe di "incubi
e succubi", di cadaveri di sogni,
di
angosce nere in agguato, pronte ad
aggredire
nei momenti di maggiore vulnerabilita',
al
risveglio dal sonno, per esempio, sull'orlo
di una scogliera, di notte. Le luci,
invece,
sono quelle dell'ironia, del colpo
di scena
finale che illumina le ombre col lampo
di
un sorriso cattivo ma forte, a meta'
tra
Kafka e Buzzati.
A dimostrazione che non dire tutto,
in un
racconto, a volte significa dire molto
e
forse di piu'.
CARLO LUCARELLI
"L'ANGELO CURIOSO / IMPERFETTO SILENZIO" (ed. NOUBS 1997)
E' la prima pubblicazione in volume di Mauro
Smocovich. Si tratta dell'edizione, dall'impaginazione
un po' insolita rispetto al libro classico,
di due raccolte di racconti che si incontrano
all'interno del volume per mezzo di un racconto
che si sviluppa a spirale. La raccolta "L'Angelo
Curioso" e' piu' legata alla tradizione
della letteratura di genere (dalla fantascienza
al noir, dal cyber al metapoliziesco). La
raccolta "Imperfetto Silenzio"
gioca con le emozioni e le sensazioni sul
filo di una scrittura e di una ricerca linguistica
che cercano di ricreare gli stati d'animo
e l'inafferrabilita' del pensiero. La raccolta
parte dal presupposto che, nell'ambito della
comunicazione, la scelta di non comunicare
trova un suo limite nella costrizione di
dover esplicitare questa intenzione assumendo
cosi' la forma di atto di comunicazione e
dal fatto che l'intenzione comunicativa,
in ogni caso, non riesce a superare totalmente
l'incomunicabilita' a causa della limitatezza
delle espressioni umane. Tenta pertanto di
tracciare un percorso attraverso, appunto,
la comunicazione dell'incomunicabilita' e
l'incomunicabilita' della comunicazione.
Cerca di usare un linguaggio che accosti
e a volte integri i cinque sensi, nell'intenzione
di trasmettere le sensazioni confuse dei
protagonisti o di percezione distorta della
presunta realta'. Le fotografie in copertina,
che richiamano perfettamente l'atmosfera
misteriosa e cupa del volume, sono di Paolo
Dell'Elce e Attilio Gavini, artisti fotografi
noti a livello nazionale. I disegni all'interno
del volume sono di Mauro Smocovich. Le prefazioni
sono di Carlo Lucarelli.
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