"Non è per niente divertente"di Mauro Smocovich (Il Foglio Edizioni, 2002 - ISBN: 88-88515-30-5)
Prefazione di Carlo Lucarelli



"Soltanto Mauro Smocovich sarebbe stato capace di mettere assieme Dennis Nilsen, uno dei serial killer più serenamente feroci della storia del crimine, ed Enzo Jannacci, uno dei cantautori più ironici e folli della storia della musica. E di farlo con tanta leggera naturalezza, come se il contrasto tra le due citazioni fosse fisiologicamente funzionale a raccontare qualcosa di profondamente ambiguo.
Credo che una delle chiavi della narrazione di Mauro sia proprio questa: il contrasto. E' dai tempi di "L'Angelo Curioso/Imperfetto Silenzio", una curiosissima antologia di racconti stampati appunto metà da una parte e metà dall'altra, alla rovescia, e coperti da una sorta di spirale in bianco e nero, che il contrasto resta uno dei campi di ricerca più esplorati dal suo modo di raccontare. Un contrasto sfumato, in cui si passa dal bianco al nero attraverso una serie di grigi sempre più intensi, ma che per questo non si presenta come meno netto e visibile. Contrasto di generi, contrasto di strutture narrative, contrasto di caratteri e anche di emozioni.
Qui per esempio, c'è il noir intimista e feroce di una storia di serial killer e c'è la poesia, intesa proprio come versi a metro libero, di un ironico, geniale e demenziale Alfredo Boiano Squarzillo, oltre che alla esegetica letteraria di un improbabile critico "disprezzista" come Equorri Gino. C'è una narrazione che procede in modo classico, piano e complesso, e poi all'improvviso si spezza, strutturando la frase quasi in maniera grafica. Ma soprattutto, ci sono i personaggi, come il professor Sghelli o la piccola Chiara, ci sono le loro anime che passano dal nero al bianco attraverso una sequenza di grigi che vibra sulle frequenze di una disperata e feroce ironia.
Sono tutti personaggi inquieti, come è inquieta tutta questa storia, ed è naturale, dato che l'inquietudine è un altro dei temi su cui Mauro Smocovich indirizza la sua ricerca narrativa, sia nei romanzi e nei racconti che sul web. Un'inquietudine che qui riesce a passare dalla angoscia profonda e pericolosa dei monologhi a quella divertente e quasi comica di altri momenti, soprattutto quelli scolastici.
Non è facile muoversi tra i grigi, che sono il colore del contrasto e dell'inquietudine. Più facile con i bianchi e con i neri, che sono punti d'arrivo o di partenza, ma con i passaggi sfumati del grigio è difficile. Soprattutto in un romanzo complesso come questo, in cui le parti si assemblano cucite assieme da citazioni musicali di tutti i generi.
Ma Mauro Smocovich è un narratore, e i narratori non hanno paura di usare qualunque espediente, qualunque mezzo, qualunque sfumatura per raccontare le proprie storie.
"

Carlo Lucarelli