CONVERSAZIONE CON CARLO LUCARELLI
8 agosto 1997
SACHA ROSEL: Uno dei libri a cui sono più legata è "Il Processo" di Kafka, incentrato sulla ricerca
inutile dell'esistenza della verità. Nella
struttura classica del giallo-noir la Legge
coincide con la Verità. Le cose stanno ancora
così?
CARLO LUCARELLI: No, adesso gli autori noir sono consapevoli
che non esista una verità, così come non
esiste una morale. Gli autori del giallo
classico, come i conservatori Agatha Christie
e Georges Simenon, creavano delle storie
in cui i detective lavoravano per mettere
le cose nel proprio ordine; esisteva una
morale e la verità coincideva con l'identità
dell'assassino/a. però già con l'hard boiled
le cose iniziano a cambiare: il poliziotto
può essere corrotto e l'assassino può avere
una profondità psicologica, anche se, per
Raymond Chandler, rimane ancora una netta
distinzione tra il delinquente, vigliacco,
e il poliziotto, cavaliere senza macchia
e paura. L'idea che propone il noir è che
i cavalieri senza macchia...
S.R.: Non esistono.
C.L.: Appunto, per cui il poliziotto può essere
delinquente anche lui. Il pregiudizio etico
nascosto dietro il giallo classico e l'hard
boiled, con il noir non esiste più. Puoi
avere Patricia Highsmith con gli assassini
protagonisti...
S.R.: Come Ripley
C.L.: Sì, o James Ellroy che in "White Jazz" crea un detective... killer della
mafia. L'eroe del noir cerca la verità, sì,
ma la sua personale verità relativa al particolare
problema che sta analizzando, e non più la
Verità con la "V" maiuscola.
S.R.: E il tuo De Luca è un eroe, un antieroe o...
C.L.: Un poliziotto.. utilizzo questa figura perchè
si presta all'ambiguità: inconsapevole del
fatto che troverà una verità momentanea e
non assoluta, da un lato insegue ideali di
giustizia risolvendo il mistero, dall'altro
si rende portatore di una violenza sbagliata
(soprattutto nei periodi dittatoriali, da
me prediletti). Il mio De Luca è così.
S.R.: Coliandro, invece, rappresenta una parodia
del poliziotto maschilista: cosa ne pensi
del maschilismo dilagante sia nella letteratura
che in quella bianca? (la letteratura bianca
è quella cosiddetta "colta")
C.L.: Sì è vero che il maschilismo dilaga
nella letteratura di genere...
S.R.: ...forse perchè molti autori sono uomini...
C.L.: ...ma a anche quando gli autori sono
donne, alla fine...
S.R.: Beh, Patricia Highsmith era misogina...
C.L.: ...ma anche Patricia Cornwell... alla fine
creano delle donne che sono uomini.
S.R.: E perchè, secondo te?
C.L.: Non sono dell'idea che il genere sia maschile
per definizione, assolutamente. Se diciamo
così ci dimentichiamo di una maestra del
genere che ha creato personaggi femminili
molto caratterizzati, cioè Agatha Christie.
Miss Marple si muove, parla e soprattutto
risolve i casi proprio in virtù del fatto
che è la Signora Miss Marple. Credo che ci
sia stata un'identificazione sbagliata tra
romanzo di genere e romanzo d'azione concepito
come nel cinema..
S.R.: Eh, infatti! Forse la colpa è anche
un po' del cinema!
C.L.: Sì, in genere al cinema è il maschio quello
che corre, salta e spara e se è la donna
a farlo, allora, ameno che non sia un personaggio
veramente femminile, come Nikita, deve sembrare
per forza un maschio travestito. Nella letteratura
di genere parecchi autori sono machisti e
maschilisti: Simenon ad esempio considerava
le donne come delle nullità ed era un vero
e proprio puttaniere. Parecchi dei francesi
hanno quest'ottica per cui comunque è l'uomo
il centro dell'azione; inoltre i sudamericani
o i cubani fanno fatica per essere politicamente
corretti da questo punto di vista: scelgono
un personaggio femminile, però, per carità,
ti devono sempre specificare che loro sono
degli uomini. Allora c'e un po'...
S.R.: Un contro senso.
C.L.: Sì, è una cosa voluta: il genere è maschile,
ma non per sua natura, per fraintendimento.
In Italia però non è così. Io sto cercando
di cambiare le cose e poi c'è Nicoletta Vallorani,
per esempio...
S.R.: Si, però, in Italia, al di là del genere
noir, c'è una tradizione di maschilismo in
letteratura molto forte: anche il tuo preside
non è che sia esente da questo, anzi... (Alessandro
Baricco, preside della Scuola Holden di Torino,
dove Lucarelli insegna N.d.A.).
C.L.: Si, perchè c'è una tradizione di scrittori
uomini, in effetti, che ragionano...
S.R.: Appunto, fino al Novecento le scrittrici
donne in Italia non erano considerata importanti.
C.L.: Sai cos'è: la letteratura nera ha il vizio
di essere maschilista. Ciò non le appartiene
geneticamente, le è stata data questa impronta;
adesso però c'è un tentativo di andare oltre.
La letteratura bianca, invece, lo è ancora
di più perchè la maggior parte degli scrittori
uomini scrivono di sé stessi: Baricco scrive
di Baricco... De Carlo, che a me non piace,
scrive di De Carlo...
S.R.: ...però, anche molte scrittrici creano protagonisti
uomini. Ne "Il cardillo addolorato"
di Anna Maria Ortese, per esempio, le donne
sono viste soltanto dall'esterno, perchè
probabilmente la tradizione al maschile pesa
un pò.
C.L.: Questo è un mistero. Quasi tutte le ragazze
che scrivono, che siano quelle delle scuole
o mie amiche, alla fine parlano sempre di
personaggi maschili e secondo me è negativo.
S.R.: Si, in effetti.
C.L.: Tranne Simona Vinci, che scrive di bambini.
Un'altra mia amica che scrive benissimo,
Deborah (Deborah Gambetta), continua ad arrabattarsi
con un personaggio maschio, mi chiedo perchè.
E' un vizio anche questo, ma non ne conosco
il motivo.
S.R.: Forse viene più accettato dal pubblico, abituato
a personaggi maschili..
C.L.: Non lo so, non è detto neanche questo, perchè
se vuoi alla fine il pubblico dei lettori
è fatto in buona parte...
S.R.: da donne
C.L.: Esatto. Il pubblico è abituato a certi stilemi,
però ha anche la pulsione di riconoscersi
in quello che legge. Una volta era impossibile
scrivere gialli ambientati in Italia perchè
eravamo abituati a vederli a New York; quando
però l'hanno fatto, i lettori ci si sono
appassionati perchè ci si riconoscevano.
I protagonisti sono di solito uomini, ma
ciò non significa che protagoniste femminili
non sarebbero seguite. C'è poi il problema
che l'editoria in Italia viaggia per etichette,
se non riesce
ad inventarsene una per l'ufficio stampa...
S.R.: tipo "pulp", "cannibali",
"giovani"...
C.L.: Esatto. Per le donne l'etichetta è "erotico",
o "rosa", anche quando non ne scrivono:si
ritrovano costrette in questo ghetto. Una
volta gli autori di giallo erano ghettizzati
nel giallo e potevano fare solo quello, ora
tocca alle donne uscire dal ghetto.
S.R.: C'è sempre qualcuno che deve uscire dal ghetto...
Sacha Rosel - Mauro Smocovich