CARLO LUCARELLI INTERVISTA COLIANDRO
Dopo un'estenuante trafila di appuntamenti
mancati e corrispondenti stranieri da scavalcare,
Carlo Lucarelli è riuscito a incontrare il
superpoliziotto che le cronache hanno già
ribattezzato "il Callaghan della pianura
padana". Arriva con un quarto d'ora
di ritardo, entra di
corsa nel bar e lo vedo che chiede a tre
persone prima di notarmi e avvicinarsi a
me.
'Lei è il giornalista che mi ha telefonato,
vero?" mi dice. "Lo avevo capito
subito, alla prima occhiata" e si tocca
l'angolo del sopracciglio, annuendo deciso.
Si siede, ordina una grappa, fa per togliersi
la giacca, ma si ricorda della pistola che
ha sotto l'ascella e se la rimette. Quando
arriva la grappa ne approfitto per rompere
il ghiaccio e iniziare l'intervista.
Nei film dicono sempre che non si beve in
servizio ...
Ah già ... va be', io ho appena finito di
mangiare e poi, la realtà è diversa da quella
dei film. La vita vera di un poliziotto è
tutta un'altra cosa.
Perché, non le fate anche voi le cose che
si vedono in televisione? Non so, come il
sergente Hunter, l'ispettore Callaghan ...
Magari! Io li ho visti tutti i film dell'ispettore
Callaghan, bestiale, ma in Italia non si
può ... dai uno schiaffone a un marocchino
o un calcio nel culo a un tossico e finisci
sul giornale, perché voi giornalisti siete
davvero stro ... cioè, ve ne approfittate
pur di fare notizia. Perché non parlate del
Nuovo Codice che ci lega le mani? Lo sa cosa
è successo a me, all'inizio dell'anno?
Cosa è successo?
Senta un po', allora, becco questo tizio
che si sta facendo un'autoradio ... ha sfondato
il finestrino di una Golf con una candela
da motore e sta dentro nella macchina per
metà. Io gli tiro un calcio nel sedere che
gli faccio battere la testa contro il telaio
del tetto ...
Ma non ha detto che non si può ...
Va be'... a volte si fa lo stesso. Comunque,
lo arresto, perché più flagranza di così,
cazzo... e lo mando dal Pretore, processo
per direttissima eccetera eccetera. Sono
le undici di mattina. Alle tre del pomeriggio
vedo uno sfigato che gira l'angolo con un
fagotto sotto il braccio, lo fermo e chi
è? Il mio tossico, già, che si è fatto un
impermeabile e una macchina da scrivere dalla
sala d'aspetto di un ufficio. Di nuovo dal
Pretore, denuncia a piede libero, e ci crede?
Faccio anche il turno di notte per sostituire
un collega all'Uct, tanto io non riesco mai
a dormire, e chi ti becco alla stazione a
segare la catena di un motorino?
Il tossico, che ha bisogno dei soldi della
dose e finché non li trova continua a provarci.
Esatto. Minchia, mi sono detto, ma io allora
che ci sto a fare in giro?
Lei dove lavora esattamente?
Adesso ai passaporti. Prima stavo al Controllo
del Territorio, sulle volanti, poi ho fatto
un marone ...
cioè?
Glielo dico ma non lo scriva. Ho fermato
un marocchino per controllargli i documenti
e siccome era uno stronzo e io ero nervoso,
l'ho crocchiato un po' ...
Non si dovrebbe fare neanche questo ...
Va be, dipende ... questo prendeva per il
culo. Il problema è che non era un marocchino
ma un carabiniere di Catanzaro.
Allora esiste la rivalità tra carabinieri
e polizia ...
Sì, esiste ... ma per colpa loro. Li trattano
sempre meglio di noi, i cugini, ma se andassimo
a guardare quello che c'è sotto, le cose
che si lavano in famiglia ... e poi, scusi,
io dico questo: se finiscono sempre nelle
barzellette, ci sarà un motivo, no?
Però sono stati i carabinieri del Ros a prendere
Totò Riina ...
Che c'entra ... i superlatitanti sono divisi
in parti uguali, certi li dobbiamo prendere
noi e certi toccano ai cugini ... vedrà che
il prossimo lo prende la polizia.
Come si incastra un sospetto? Come nei film?
Appostamenti, controlli, pedinamenti ...
Sì, certo ... quando c'è abbastanza personale
per farlo, è ovvio.
Microspie, intercettazioni telefoniche ...
Per quelli ci vuole il permesso del magistrato.
Anche se a volte ...
A volte?
A volte succede anche lì qualche marone.
Se non lo scrive glielo racconto ... capita
che dobbiamo mettere sotto controllo un pregiudicato.
Allora per un mese disturbiamo tutti i telefoni
del palazzo in cui sta, perché non sospetti
niente e poi ci mandiamo due dei nostri travestiti
da tecnici della Sip a mettere un microfono
nel telefono. Be', dopo neanche una settimana
arriva un controllo della polizia postale
...
Esiste anche la polizia postale?
Sì, non lo sapevo neanch'io ma esiste ...
be, dicevo, arriva la polizia postale perché
la Sip aveva segnalato dei disturbi strani
nel telefono del tipo e pensavano che avesse
messo qualcosa per fregare sulla bolletta.
La postale controlla il telefono, scopre
i microfoni e manda a puttane un'operazione
di due mesi, merda.
In effetti, questo nei gialli non succede
...
Lasci stare i gialli, che sono tutte cazzate.
La vita vera di un poliziotto è diversa da
quella dei gialli. Lì ci sono gli omicidi,
noi invece abbiamo anche i tossici, i marocchini,
i furti in casa, la gente che spacca le palle
con le denunce, tutti quei cazzi di scartoffie
e di licenze, i passaporti, la stradale ...
Si è mai occupato di un omicidio?
Sì. Sono stato alla Mobile per un po' e ho
seguito le indagini sul caso Marconi, se
lo ricorda, no? Uno dei casi più interessanti
di cui mi sia mai occupato ...
Ma non è un caso insoluto? voglio dire, la
cassazione ha assolto quello che ...
Eeeehhh, la cassazione! E' stato lui, glielo
dico io.
Dicono che in quel caso vi siete fissati
sulla prima ipotesi e avete seguito solo
quella, trascurando le altre.
Be', senta, non lo scriva questo, ma a volte
si fa proprio così. Sembra tutto talmente
chiaro ...
Mi racconti le indagini. Siete arrivati sul
posto con la Scientifica, che ha raccolto
gli indizi, i bossoli, i mozziconi di sigaretta
da analizzare ... ha preso le impronte ...
Sì, cioè no, cioè qualcuna ... erano arrivate
quattro volanti, tra polizia e carabinieri
e poi quelli del Carlino e insomma, avevano
toccato un po' tutto. Per quella storia del
mozzicone, invece, quella marca strana trovata
nel portacenere, poi è saltato fuori che
era del dottor Marchetto, della Scientifica
... sa, sono rimasti nella stanza per due
ore, lui fuma, la cenere la doveva mettere
da qualche parte, non le sembra? I bossoli,
invece, non li abbiamo trovati più. Devono
averceli i carabinieri ma non ce li vogliono
dare.
E allora, le indagini? Come siete arrivati
a Carboni?
Molte volte non c'è bisogno di tutte quelle
cose, le impronte che non sono mai chiare,
le tracce di sangue ... certi casi sono chiari
fin dall'inizio. In questo c'era un amico
della vittima che ci ha indicato il convivente,
un tipo strano, balordo e tossico, con cui
la ragazza aveva avuto una storia tormentata.
Abbiamo preso lui ma abbiamo capito subito
che non c'entrava niente...
Perché?
Perché lo abbiamo picchiato per tre ore e
non ha detto niente ... minchia, questo non
lo scriva, però ... comunque, mentre perquisivamo
casa sua abbiamo visto suo fratello, che
corrispondeva di più alla descrizione di
un testimone e che il giorno dopo il delitto
era stato visto correre in edicola, prendere
il giornale e leggere con esagerato interesse
la notizia dell'omicidio ...
Questo l'ho fatto anch 'io ...
Va be' , ma lui di più. E poi non aveva un
alibi ... il medico legale ha detto che la
ragazza è stata uccisa dalle cinque di pomeriggio
alle undici di sera e lui alle dieci e mezzo
era in zona. Le farei vedere la perizia,
ma l'abbiamo persa ... Comunque si fidi,
è stato lui.
Va bene, mi fido. E come mai ha seguito il
caso per una sola settimana?
Perché .. cioè ... ho fatto un piccolo marone
anche lì. Sono andato in bagno e c'era un
preservativo appena usato che galleggiava
nel cesso, che schifo ... e allora ho tirato
l'acqua. Il dirigente si è incazzato, ha
detto che avevo distrutto un elemento importante
e mi ha cacciato via. Ma non lo scriva questo.
Se lei continua a dirmi di non scrivere niente
con cosa lo faccio, io, l'articolo? Ho l'impressione
che la storia della polizia sia soprattutto
una storia di cose non scritte o da non scriversi
...
Cioè? Non ho capito ... Ha qualcosa da dire
contro la polizia?
Io? Per carità ... io ho il massimo rispetto
per il poliziotto ... è uno dei mestieri
più affascinanti che riesca a immaginare.
E dei più contraddittori. I poliziotti sono
una casta, si coprono a vicenda ...
Senta, un errore può capitare a tutti, no?
Sapesse in che condizioni ci tocca lavorare
... e poi, lasciamo stare ... i panni sporchi
si lavano in famiglia, senza allarmare la
gente ...
Si sposano a vicenda ...
Sulle donne nella polizia avrei da dirle
qualcosa io ... cinque colleghe in maternità,
lo sa cosa vuol dire? Due uffici vuoti per
un anno, altro che balle ...
Fanno un mestiere che se da una parte richiede
persone fisicamente, intellettualmente e moralmente
superiori alla media, dall'altra non offre
nessun incentivo per attirarle ... e infatti
a volte non le attira.
Bravo ... lo sa quanto prendiamo di stipendio?
E poi ... il poliziotto è il braccio armato
dello stato, il detentore legale della violenza,
il repressore, ma allo stesso tempo la polizia
è stato uno dei primi settori dello stato
a sindacalizzarsi e a scendere in sciopero,
è stata protagonista dell'unica rivolta di
un corpo armato contro il fascismo e ha ispirato
l'unica riforma dello stato di cui non si
lamentino gli effetti negativi. Ripeto, quella
del poliziotto è una delle figure più affascinanti,
contraddittorie, ambigue e ricche che ci
possano essere.
Non riesco a capire se è una critica o un
complimento. Senta, facciamo così .. lasci
perdere e non scriva niente. Ne ho già fatti
troppi di maroni con i giornalisti ...
Le faccio un'ultima domanda ... Lei da piccolo
giocava a guardie e ladri?
Sì, certo ...
E faceva la guardia o il ladro?
La guardia ... cioè, una volta l'ho fatta.
Dopo non mi hanno fatto giocare più.
Perché?
Perché ho sbattuto un mio amico contro un
muro, come nei film, no? Bestiale ... e gli
ho rotto un dito, merda.
E adesso?
Adesso cosa? Adesso sono un poliziotto.
Il sovrintendente guarda l'orologio, tira
fuori il portafoglio per pagare, dico che
pago io e allora lui mi saluta e se ne va
di corsa. Io aspetto un po', giusto qualche
minuto, poi lo vedo che torna, sempre di
corsa. Sul tavolino, dimenticato accanto
al bicchiere di grappa, c'è il suo portafoglio.
(da Nova Express n. 13, giugno 1993)