"LASCIATE CHE I BAMBINI CI LEGGANO"
Si apre a Bologna la fiera del libro per ragazzi, con tante firme "adulte".
Carlo Lucarelli: "Abbiamo molto da dire"
di
Carlo Donati ("Resto del Carlino" - 8 aprile 1999)

BOLOGNA - C'è un confine tra lo scrittore per ragazzi e lo scrittore per adulti? Non più. Anche quest'anno, alla 36^ edizione della Fiera del libro che sarà inaugurata oggi dal ministro Giovanna Melandri (...)

Ne parliamo con Carlo Lucarelli, affermato scrittore di thriller e noir che da E.Elle ha in curriculum ben tre romanzi per ragazzi (Nikita, Il Trillo del Diavolo e Febbre Gialla)

Lucarelli, non c'è più distinzione tra scrittori per adulti e scrittori per ragazzi
Era ora. Sono sempre stato contrario alle distinzioni, comprese quelle tra i generi letterari, quasi ci fossero scrittori di serie A e scrittori di serie B.

Sa di operazione commerciale.
Tutti i libri sono scritti per essere venduti.

Approfittando della notorietà degli scrittori?
Che male c'è?

E la qualità?
Detto con molta franchezza ritengo che gli autori contemporanei abbiano molto da dire a bambini e ragazzi, come e più degli scrittori che scrivono solo per loro.

Questione di età?
Questione di interessi, la musica, la tecnologia, il gusto per l'avventura e per il mistero.

Ma è un po' come scrivere su commissione.
No, non si scrive su commissione. Almeno nel mio caso è così. L'editore si limita a ricordarmi che mi rivolgo a un pubblico con un vocabolario ridotto e con una sensibilità diversa. Ma sono io che decido quale storia raccontare.

E' più facile tenere sulla pagina un adulto o un bambino?
Un adulto perché spesso nella lettura ha anche altre motivazioni oltre all'interesse del libro. Bambini e ragazzi invece sono implacabili. Se il libro non è interessante lo mollano senza pietà. E poi interrogano l'autore, chiedono spiegazioni sull'uso di certe parole e contestano anche.

Occorrerà un forte autocontrollo sulla scrittura.
Meno di quanto si pensa. Sono la storia e i protagonisti a controllare. Per esempio in "Febbre Gialla" i protagonisti sono un poliziotto di diciannove anni e la sorellina. A quel punto è impossibile uscire dai mondi di un diciannovenne e di una bambina di dieci anni.

Secondo lei quali classici dovrebbe leggere un bambino di oggi?
Bisogna intendersi sui classici. Alle elementari sono Verne, Stevenson, Dumas, Salgari eccetera. In prima media diventano Manzoni e Carducci. QUesto in parte spiega perché fino a un certo momento ci sono molti lettori fra i più piccoli e poi crescendo spariscono.

Lei com'è diventato lettore?
Sono cresciuto in una casa piena di libri.

Qualcuno glieli consigliava?
Mia madre. E' una lettrice instancabile. Ogni tanto mi dava un libro: tieni, mi diceva, l'ho letto, è bello.

Niente Pinocchio?
L'ho letto tardi.

E' sempre valido?
La storia sì, le copertine no.

In che senso?
Nel senso che la storia è sempre attuale: un piccolo robot che sfugge al suo creatore. E' il modo di presentarla che la fa apparire come una cosa del passato.

Quali sono i segreti per avvincere un bambino?
Sempre gli stessi. La fascinazione delle grandi trame, l'avventura, il brivido, l'horror...

L'horror?
Sono spesso invitato a parlare nelle scuole e ho visto certe ricerche, in prima media, che partono da Dylan Dog e passando per Buzzati arrivano a Edgar Allan Poe e Stephen King. Ed è logico. Cappuccetto Rosso non è forse un capolavoro della narrativa horror?

Un romanzo come "Almost Blue" a quale età si può leggere?
Dai quattordici anni in su. Cis ono scuole che l'hanno adottato come libro di lettura, e con mia sorpresa anche scuole medie.

E a che età si deve leggere "Il giovane Holden"?
Più da adulti che da ragazzi.

E' mai stato alla Fiera del libro?
Sì, è molto interessante e vivace. Anche nell'allestimento sembra fatta apposta per i ragazzi.

Ma non possono entrare.
Lo so, Ed è assurdo.

Lei che cosa propone?
Ovviamente che vengano ammessi, non solo, ma anche che possano portarsi via tutti i libri che desiderano.

Gratis?
Gratis, tanto sono campionari.

Si chiama fiera ma non ama la confusione.
Però è così che si creano i lettori.

Mentre sarà pieno il Futurshow proprio lì accanto.
E va benissimo. Ma se potessero entrare anche in fiera si accorgerebbero che ci si può divertire, e molto, anche con i libri.