Lucarelli: "Macchè renne. Ormai è un manager"
(Il Messaggero - 24 dicembre 1997)

Ho intervistato Babbo Natale. Non sapendo dove trovarlo ho fatto come fanno i bambini di tutto il mondo: ho scritto una letterina alla sua casella postale al Polo Nord. Mi ha risposto il suo Ufficio Stampa, che mi ha passato all'Ufficio Pubbliche Relazioni, che mi ha prenotato un volo per l'Antartide.
Babbo Natale non mi ha ricevuto subito: stava giocando a tennis.

"Un'ora tutti i giorni"
mi ha spiegato mentre facevamo la sauna, "dopo lo yoga e prima del training di rilassamento. E via anche quella barba che mi ingombrava i movimenti..." Mi guardo attorno, stupito di sudare al Polo Nord. Dalla vetrata della sauna si vedono piccoli operai al lavoro. Altra sorpresa: non sono elfi e gnomi ma cinesi. "Coreani" mi spiega. "Lavorano di più, non fanno storie sindacali e non inseguono pentole alla foce degli arcobaleni. Efficienza, amico mio, efficienza. Supermercati, ipermercati, grandi come metropoli: come crede che faccia a soddisfare le richieste che arrivano a Natale?". Si alza di scatto. "Ho fatto tardi. Tra dieci minuti ho la riunione con la rete di distribuzione. Devo salutarla". Non so più cosa chiedergli. Gli faccio una domanda qualunque, come sta Rudolph, la vecchia renna. "Rudolph? Che c'entra Rudolph? L'ho regalata ad uno zoo. Adesso ho un jet nucleare. Ma cos'è lei, uno che crede ancora a Babbo Natale?".

Carlo Lucarelli