![]() |
![]() |
di AS Chianese
|
Eccovi l’intervista rilasciatami in esclusiva per HorrorCult, va ringraziato per questo articolo il sito curato da “I Pinguini nel sottoscala” che con professionalità e simpatia mi hanno presentato all’autore.
Chianese: Come si è formato lo scrittore Lucarelli…ama in particolare qualche autore? Oppure ha deciso di fare il giallista nello stesso modo in cui il commissario De Luca, protagonista di molti suoi romanzi, ha deciso di fare il poliziotto: leggendo “I delitti della Rue Morgue” di Poe? Lucarel Dietro la scelta dello stile e del genere, e forse anche delle storie da raccontare,ci sono scrittori letti: come Giorgio Scerbanenco, che con “I ragazzi del massacro” mi ha fatto pensare “voglio scrivere quelle storie e voglio scriverle così”. Ma c’è anche molto cinema e soprattutto molta televisione: nessuno della mia generazione avrebbe il gusto del mistero e della paura ,che abbiamo, senza sceneggiati come “Belfagor” o “Il segno del comando”.
Chianese: Parliamo dei gialli ambientai nel periodo del fascismo e dopo…è certamente questo un momento storico che l’affascina, ma alla fine, il male c’era all’epoca come adesso oppure c’era una differenza nei modi di concepire “l’assassinio”? Lucarelli: No, il male c’è sempre stato. Semmai c’era una differenza nel concepire l’investigazione e poi il giornalismo di cronaca nera. Il delitto c’è sempre stato e sempre per i gli stessi motivi, quello che cambia a secondo delle regole è il modo di commetterlo e la facilità di farlo.
Chianese: Ci parla di “Blu notte” lo splendido programma che hai diretto per la RAI, come nacque il progetto? E quali ripercussioni ha avuto sulla tua carriera? Lucarelli: Il programma è nato ormai cinque anni fa,ed è nato per iniziativa di Carlo Freccero che allora dirigeva RAI 2 e di una capostruttura che si chiamava Simona Gusberti. Mi chiamarono e mi chiesero se volevo provare a raccontare casi di cronaca in televisione, scegliendo io il modo di farlo. Io ho messo giù una sceneggiatura, più o meno l’ossatura di un romanzo, ho coinvolto il mio amico Silvio Bozzi, della polizia scientifica di Bologna a darmi un aiuto tecnico insieme a Lorenzo Vigano e Alessandro Riva, due giornalisti, che mi hanno aiutato nelle ricerche. La RAI ha fatto il resto, affiancandomi collaboratori come Paola De Martiis e Giuliana Catamo, registi, musicisti, scenografi…e così andiamo avanti. Davvero, ormai sono già cinque anni. Chianese: Visto il successo dei suoi primi romanzi, arriverà prima o poi un altro romanzo sul fragile ed arguto Commissario De Luca? Lucarelli: Si. Ho un’idea pronta sulla quale sto lavorando. Sempre più fragile e sempre più arguto, aspetto solo che mi esploda in testa con maggiore violenza ed inizierò a scrivere. Dovrebbe mancare poco.
Chianese: Che influenza ha avuto nel suo modo di scrivere i romanzi di Giorgio Scerbanenco? (“Venere Privata”, “Milano Calibro 9” ecc. n.d.r.) Lucarelli: Enorme. Io lo considero non solo uno dei migliori giallisti di sempre, ma anche uno degli scrittori più significativi del ‘900 italiano. Intanto per la capacità di raccontare storie, poi per la sua ricerca di storie esemplari ma sempre marginali. Per il linguaggio apparentemente colloquiale che usa, una specie di flusso del pensiero, ma un pensiero nevrotico, che si interrompe subito. Per me è un maestro. Quanto mi sento scarico mi rileggo uno dei suoi libri. Ed Infine…
Chianese: I suoi romanzi tracciano il volto di un Italia malata e cattiva, ma secondo lei come è la situazione reale del nostro paese? Lucarelli: L’Italia è malata e cattiva, lo è sempre stata, né più né mano di altri paesi. In più l’Italia ha un paio di elementi specifici che hanno caratterizzato la sua cronaca nera: le forze dell’ordine solo adesso si stanno specializzando nell’investigazione, mentre prima erano più da ordine pubblico; un passato, e forse un presente, di misteri che derivano da una strana guerra, non convenzionale, che fino a poco tempo fa si è combattuta sul nostro territorio (la strategia della tensione e tutto il resto, fino al terrorismo). E’ una storia lunga, noi autori di thriller stiamo cercando di raccontarla.
Carlo Lucarelli ci saluta e ci fa i complimenti per il nostro sito.
I suoi libri sono tutti delle piccole perle, indimenticabili i capolavori ambientati durante il ventennio fascista come: “Indagine non autorizzata” o “L’isola dell’angelo caduto”, i suoi gialli sono tutti una sorpresa, una ventata di innovazione nel panorama della letteratura nostrana…aveva proprio ragione Alessandro Baricco, il bravissimo scrittore torinese autore di “Novecento”, Lucarelli è quanto di meglio si trovi in circolazione.
In esclusiva per http://www.horrorcult.com/ 11 Maggio 2002
Note: L’ultimo libro di Lucarelli è “Laura di Rimini” uno splendido noir edito da Einaudi, mentre il libro dell’autore che vivamente consiglio è “Guernica” (Einaudi).
Ringrazio ancora “I Pinguini nel sottoscala”. Dedico questa a quella provetta musicista, di soli nove anni, che è mia cugina Valeria…un domani lavoreremo fianco a fianco lo sento!!!
|