di AS Chianese

 

Nato a Parma nel 1960 Carlo Lucarelli è sicuramente, nello sterminato mondo della narrativa, il migliore scrittore italiano di gialli e noir.

Dopo essersi laureato, con una tesi sulla polizia della repubblica di Salò, il giovane autore ha pubblicato presso Sellerio il suo primo racconto: “Carta Bianca” un giallo ambientato nel più torbido e instabile periodo della storia d’Italia, quella caduta del fascismo e di Mussolini che tanto bene l’autore seppe documentare nella precedente tesi. Protagonista di questo è un commissario, come da tradizione, che si muove guardingo e fragile in quel periodo d’anarchia generale: De Luca; è questo il primo personaggio creato dall’autore che affronterà altri casi e altre situazioni sgradevoli nei seguenti ,splendidi, romanzi come “L’estate torbida” e “Via delle Oche”. Ma nel frattempo Lucarelli si è interessato anche al giallo “moderno”, per così dire, decidendo di ambientare le sue storie nell’Italia dagli anni novanta. Nasce così una sorta di trilogia, pubblicata da Einaudi, composta da “Lupo Mannaro”, “Almost Blue” e “Un giorno dopo l’altro”  che ha come protagonista la poliziotta Grazia Negro che è la perfetta antitesi di De Luca: Grazia ,infatti, è una donna forte, che ostenta arroganza e preparazione ma che dentro di se è insicura e timorosa. In queste avventure scopriamo il lato più malato dell’Italia e veniamo in contatto con degli assassini classificati (per abitudini ed aggressività) con nomi di animali: così avremo a che fare con un imprenditore miliardario che la notte sbrana a morsi giovani prostitute sulla via Emilia (“Lupo Mannaro”) con un assassino che ruba l’identità,oltre che la vita, alle sue vittime (l’iguana di “Almost Blue”) ed infine con uno spietato killer che ama viaggiare in autostrada e adescare sul web le sue vittime (il pit – bull di “Un giorno dopo l’altro”) Questi romanzi  hanno riscosso un incwhiteibile successo di critica e pubblico tanto che due di questi sono stati adattati per il grande schermo: “Almost Blue”, presentato l’anno scorso con un ottimo successo al botteghino, è stato prodotto da Cecchi Gori  per la regia di Alex Infascelli; mentre è in uscita “Lupo Mannaro”, prodotto da MediaTrade, che si avvale della regia di Antonio Tipaldi.  

Ma intanto la notorietà di Lucarelli è cresciuta anche grazie ai programmi televisivi a sfondi giallo: “Mistero in blu” e “Blu notte” che il nostro ha presentato nelle passate stagioni alla RAI; una notorietà che per Lucarelli non è stata affatto un peso visto che ,tra i tanti progetti, è stato chiamato a sceneggiare (insieme a Franco Ferrini) l’ultimo sanguinoso thriller del maestro italiano del giallo cinematografico Dario Argento: “Non Ho Sonno

 

 

 

 

 

Eccovi l’intervista rilasciatami in esclusiva per HorrorCult, va ringraziato per questo articolo il sito curato da “I Pinguini nel sottoscala” che con professionalità e simpatia mi hanno presentato all’autore.

 

Chianese: Come si è formato lo scrittore Lucarelli…ama in particolare qualche autore? Oppure ha deciso di fare il giallista nello stesso modo in cui il commissario De Luca, protagonista di molti suoi romanzi, ha deciso di fare il poliziotto: leggendo “I delitti della Rue Morgue” di Poe?

Lucarelli: Come scrittore mi sono formato semplicemente con la voglia di scrivere una storia, che poi si è concretizzata prima in una brutta storia scritta, poi in tanti esperimenti e alla fine nella prima storia decente, che era “Carta Bianca”, poi pubblicata da Sellerio. Nel frattempo erano passati quindici anni.

Dietro la scelta dello stile e del genere, e forse anche delle storie da raccontare,ci sono scrittori letti: come Giorgio Scerbanenco, che con “I ragazzi del massacro” mi ha fatto pensare “voglio scrivere quelle storie e voglio scriverle così”. Ma c’è anche molto cinema e soprattutto molta televisione: nessuno della mia generazione avrebbe il gusto del mistero e della paura ,che abbiamo, senza sceneggiati come “Belfagor” o “Il segno del comando”.

 

Chianese: Parliamo dei gialli ambientai nel periodo del fascismo e dopo…è certamente questo un momento storico che l’affascina, ma alla fine, il male c’era all’epoca come adesso oppure c’era una differenza nei modi di concepire “l’assassinio”?

Lucarelli: No, il male c’è sempre stato. Semmai c’era una differenza nel concepire l’investigazione e poi il giornalismo di cronaca nera. Il delitto c’è sempre stato e sempre per i gli stessi motivi, quello che cambia a secondo delle regole è il modo di commetterlo e la facilità di farlo.

 

Chianese: Ci parla di “Blu notte” lo splendido programma che hai diretto per la RAI, come nacque il progetto? E quali ripercussioni ha avuto sulla tua carriera?

Lucarelli: Il programma è nato ormai cinque anni fa,ed è nato per iniziativa di Carlo Freccero che allora dirigeva RAI 2 e di una capostruttura che si chiamava Simona Gusberti. Mi chiamarono e mi chiesero se volevo provare a raccontare casi di cronaca in televisione, scegliendo io il modo di farlo. Io ho messo giù una sceneggiatura, più o meno l’ossatura di un romanzo, ho coinvolto il mio amico Silvio Bozzi, della polizia scientifica di Bologna a darmi un aiuto tecnico insieme a Lorenzo Vigano e Alessandro Riva, due giornalisti, che mi hanno aiutato nelle ricerche. La RAI ha fatto il resto, affiancandomi collaboratori come Paola De Martiis e Giuliana Catamo, registi, musicisti, scenografi…e così andiamo avanti. Davvero, ormai sono già cinque anni.

 

Chianese: Visto il successo dei suoi primi romanzi, arriverà prima o poi un altro romanzo sul fragile ed arguto Commissario De Luca?

Lucarelli: Si. Ho un’idea pronta sulla quale sto lavorando. Sempre più fragile e sempre più arguto, aspetto solo che mi esploda in testa con maggiore violenza ed inizierò a scrivere. Dovrebbe mancare poco.

 

Chianese: Che influenza ha avuto nel suo modo di scrivere i romanzi di Giorgio Scerbanenco? (“Venere Privata”, “Milano Calibro 9” ecc. n.d.r.)

Lucarelli: Enorme. Io lo considero non solo uno dei  migliori giallisti di sempre, ma anche uno degli scrittori più significativi del ‘900 italiano. Intanto per la capacità di raccontare storie, poi per la sua ricerca di storie esemplari ma sempre marginali. Per il linguaggio apparentemente colloquiale che usa, una specie di flusso del pensiero, ma un pensiero nevrotico, che si interrompe subito. Per me è un maestro. Quanto mi sento scarico mi rileggo uno dei suoi libri.

 

Ed Infine…

 

Chianese: I suoi romanzi tracciano il volto di un Italia malata e cattiva, ma secondo lei come è la situazione reale del nostro paese?

Lucarelli: L’Italia è malata e cattiva, lo è sempre stata, né più né mano di altri paesi. In più l’Italia ha un paio di elementi specifici che hanno caratterizzato la sua cronaca nera: le forze dell’ordine solo adesso si stanno specializzando nell’investigazione, mentre prima erano più da ordine pubblico; un passato, e forse un presente, di misteri che derivano da una strana guerra, non convenzionale, che fino a poco tempo fa si è combattuta sul nostro territorio (la strategia della tensione e tutto il resto, fino al terrorismo). E’ una storia lunga, noi autori di thriller stiamo cercando di raccontarla.

 

 

Carlo Lucarelli ci saluta e ci fa i complimenti per il nostro sito.

 

I suoi libri sono tutti delle piccole perle, indimenticabili i capolavori ambientati durante il ventennio fascista come: “Indagine non autorizzata” o “L’isola dell’angelo caduto”, i suoi gialli sono tutti una sorpresa, una ventata di innovazione nel panorama della letteratura nostrana…aveva proprio ragione Alessandro Baricco, il bravissimo scrittore torinese autore di “Novecento”, Lucarelli è quanto di meglio si trovi in circolazione.

 

 

 

  

In esclusiva per http://www.horrorcult.com/

 11 Maggio 2002

 

Note:

L’ultimo libro di Lucarelli è “Laura di Rimini” uno splendido noir edito da Einaudi, mentre il libro dell’autore che vivamente consiglio è “Guernica” (Einaudi).

 

Ringrazio ancora “I Pinguini nel sottoscala”. Dedico questa a quella provetta musicista, di soli nove anni, che è mia cugina Valeria…un domani lavoreremo fianco a fianco lo sento!!!