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I miei gialli volano sulle note di Tenco |
Carlo Lucarelli, che differenze vi sono,
secondo lei, tra i giallisti italiani e quelli
americani, che sembrano spopolare sugli scaffali
delle nostre librerie?
“Si tratta di una comparazione molto relativa.
Bisogna definirla, innanzi tutto. Al livello
dello scrittore. Su un banco di prova come
il giallo Mondadori, che ha un suo pubblico
affezionato, vende sicuramente di più di
un medio giallista italiano di un suo equivalente
anglofono. Certo, nessuno di noi ha il successo
di un Stephen King, Patricia Cornwell o Tom
Clancey, ma con i pesi medi, quelli alla
nostra portata, ci difensiamo molto bene.
Differenze comunque ne esistono, e di sostanziali.
Il romanzo giallo italiano ha sempre un risvolto
sociale quando non addirittura politico,
e racconta spesso qualcos'altro oltre la
trama ed ai colpi di scena. Il thriller americano
si concentra maggiormente su una storia incisiva,
con un forte personaggio, lasciando in secondo
piano gli aspetti non strettamente legati
al racconto.”
Quali sono gli elementi fondamentali di un
buon romanzo giallo?
“In primo luogo direi il mistero di una storia
capace di creare l'atmosfera giusta. Poi
un personaggio forte, in grado di raccontarla
e portarla aavanti con sé conducendo il lettore
verso l'inaspettato ed i colpi di scena.
Ed infine la capacità non comune di tenere
in piedi questo insieme tramite una costruzione
articolata che deve aprirsi su un concetto,
un'idea che intende rivelare proprio grazie
al racconto. L'importante credo sia tutto
ciò che è contato e facilmente intuibile.”
E' credenza comune che scrivere un romanzo
giallo sia una cosa semplice, molto più che
non un romanzo intimista per esempio...
“Non è vero. Certo, io sarei in difficoltà
a creare un romanzo intimista, anche se in
realtà potri dire che mi basterebbe esprimere
i sentimenti che tutti proviamo e strutturarli
in una storia; in realtà si tratta di due
dimensioni ben distinte, ognuna con forma
e difficoltà proprie. Niente si inventa.
Capacità e preparazione sono necessari in
ogni creazione narrativa.”
“Almost blue” nel suo primo giallo, “Un giorno
dopo l'altro” di Luigi tenco nell'ultimo.
Quanto è importante la musica, il ritmo,
per Carlo Lucarelli romanziere?
“Ha una grande importanza. Scelgo un brano
di riferimento che dia l'atmosfera e il ritmo
alla narrazione, alle frasi, alle parole.
La musica, inoltre, rappresenta per me una
chiave interpretativa dei personaggi, poiché
corrisponde ad un determinato stato psicologico,
e quindi alla definizione di un carattere
particolare.”
Alcuni personaggi di “Almost Blue” tornano
protagonisti nel suo ultimo libro, “Un giorno
dopo l'altro”. Non pensa che il riproporli
possa far perdere loro qualcosa?
“Il rischio esiste ed è quello della serialità.
In “Un giorno dopo l'altro” c'è solo un personaggio
che ritorna, ed è Grazia Negro, poiché Simone
compare fugacemente. Tuttavia sentivo di
non aver conosciuto totalmente il personaggio
di Grazia, e, raccontando una nuova storia,
ho voluto approfondire ciò che di lei non
era stato detto nella precedente. Certamente
quando un carattere è già stato svelato in
tutta la sua complessità riproporlo significa
cadere in una bieca ripetizione.”
Nello scrivere gialli, quanto l'ha aiutata
la conduzione del programma “investigativo”
“Blu Notte”?
“Mi ha aiutato molto. Grazie alla trasmissione
sono venuto a conoscenza delle procedure
tecniche della polizia, non solo, mi sono
anche confrontato con i parenti delle vittime,
portatori di un'emozionalità pura e intensa
che altrimenti avrei conosciuto soltanto
attraverso i giornali. Ho conosciuto, purtroppo,
perchè avrei preferito che non fossero mai
avvenuti, la fenomenologia dell'omicidio,
e di tutta la drammacità che ne consegue.”
Come sta oggi, secondo Carlo Lucarelli, la
letteratura italiana?
“Non mi sembra che stia tanto male. Neanche
benissimo, intendiamoci. C'è questa nuova
ondata di autori gialli e pseudo-gialli che
comunque ha voglia di raccontare storie con
forti emozioni. Cito Niccolò Ammaniti, Aldo
Nove, scrittori con i quali ci sia un inconscio
scambio di emozioni che si ripercuote positivamente
sul nostro modo di raccontare.”
Chi è, secondo Carlo Lucarelli, il miglior
scrittore di gialli o thrillers a livello
internazionale?
“Indubbiamente James Ellroy. Sono ansioso
di vedere i suoi prossimi libri. Il James
Ellroy di “American Tabloid” è un genio del
giallo.”
Quali sono i libri che Carlo Lucarelli consiglierebbe
sempre e comunque?
“Indimenticabile per me è un libricino, edito
da Einaudi, di uno scrittore che si chiama
Vercors. “Il silenzio del mare”. E' ambientato
in Francia durante l'occupazione nazista
della Seconda guerra mondiale. Sono tre racconti
di cui uno, “Il silenzio del mare” appunto,
rappresenta per me il grado zero della scrittura.
Due culture che si incontrano e si scontrano.
Amo molto anche “Venere privata” di Giorgio
Scerbanenco, un romanzo che racconta l'Italia
come pochi avevano saputo fare prima.”
Intervista di Massimo Merletti – KataLibri
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