La trascrizione dell'incontro con lo scrittore
su Internet
domande su mafia, Ustica, delitti irrisolti,
libri e tv
Consigli, misteri, progetti
Lucarelli chatta con i lettori
Ecco il testo della chat che
Carlo Lucarelli ha tenuto con i lettori sul
sito de La Repubbòica il 23 giugno 2003:
metacom: Perché hai scelto di pubblicare
dei racconti, invece che un romanzo? I racconti
sono meno faticosi da scrivere? O lo sono
di più?
Carlo Lucarelli: No, i racconti sono altrettanto
faticosi... è solo che volevo fare un libro
che raccogliesse tutti quelli che avevo scritto
fino ad ora ne ho raccolti 112, poi ne ho
scremati una cinquantina è una specie di
antologia, se vogliamo.
margheritaj: Volevo sapere i tuoi prossimi
impegni televisivi.
Carlo Lucarelli: mercoledì 25, promossi in
prima serata con uno speciale sulla mafia
che si chiama "La mattanza" poi,
se tutto va bene, in tutti i sensi, da gennaio
in poi, sempre in prima, con una nuova serie.
fbarini: È in programma un'altra versione
cinematografica di uno dei tuoi libri? A
me piacerebbe una bella fiction sull'ispettore
Coliandro.
Carlo Lucarelli: C'è... hanno finito di girare
Il Giorno del Lupo... ora stiamo studiando
l'ipotesi di una serie.
fbarini: Qualche consiglio per un apprendista
scrittore di libri gialli/avventura?
Carlo Lucarelli: Sono consigli tipici: leggere,
scrivere, farsi leggere... avere il senso
del mistero, cioè raccontare una storia che
coinvolga chi legge e prima di tutto chi
scrive. Non una storia qualunque, ma la più
bella che possa venirti in mente... se coinvolge
te, allora funziona.
roffles: Cosa voleva essere Blu Notte? Un
programma di intrattenimento o di approfondimento?
Con che prospettive è nato? Non ho mai capito
questo punto.
Carlo Lucarelli: Voleva essere un programma
che racconta storie che stanno per essere
dimenticate e farlo attraverso le emozioni
e le immagini, come si fa con i romanzi.
Poi è diventato quasi un programma investigativo
per i primi tre anni e un programma storico
per questi ultimi due. Adesso, con la nuova
serie, vedremo. Un programma sulla memoria
e sulle emozioni, spero.
fbarini: Quanto tempo dedichi alla ricerca
(bibliografica, sopralluoghi etc) prima di
iniziare a scrivere un libro?
Carlo Lucarelli: Tanto tempo... e infatti
non consegno mai il libro al mio editore
quando scadono i termini editoriali. Direi
sei o sette mesi a pensare il libro e altri
quattro, cinque a scriverlo. Per il prossimo
libro, che vorrei ambientare in Eritrea nel
1895, sto studiando e aspetto settembre,
quando farà meno caldo, per andare a vedere.
pumacchiotto: Quando facevi leggere i tuoi
primi scritti, di quali commenti ti fidavi
e come facevi a capire chi ti faceva complimenti
di circostanza invece di dirti "bello
sto racconto, hai mai pensato di fare l'idraulico"?
Carlo Lucarelli: Bella domanda. Infatti bisogna
stare attenti... io ho sempre cercato di
far leggere le mie cose a persone motivate.
Mi spiego: mio fratello è un lettore analitico,
che conta i passi del personaggio e ti dice
se a pag 3 ne ha fatti più che a pagina 2.
E questo serve. Ho una mia amica che odia
tutto quello che scrivo; le faccio veramente
schifo. A lei faccio leggere subito le mie
cose per vedere se ottengo anche solo una
smorfia più compiacente. Poi ci sono altri
scrittori di cui mi fido. Insomma, bisognerebbe
diversificare il lettore "di prova",
e cercare lettori che non abbiano debiti
con te.
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fbarini: Come scegli i nomi di fantasia che
attribuisci ai personaggi dei tuoi libri?
Carlo Lucarelli: Ci sono serbatoi di nomi
che gli scrittori usano. Uno di questi, per
molto tempo, per me, è stato il militare:
nomi di tutte le regioni d'Italia con un
volto corrispondente a cui ispirarsi. Adesso
li ho esauriti, uso nomi di amici, di gente
che ho conosciuto... mai l'elenco telefonico,
come si dice spesso perché è troppo astratto.
guest25: Nello scrivere le tue storie, quanto
attingi dalla tua vita, dalle tue esperienze
quotidiane e non, dalla cronaca, piuttosto
che dall'immaginazione? Personalmente trovo
grande difficoltà a descrivere personaggi
o situazioni affidandomi completamente all'immaginazione.
Carlo Lucarelli: Hai ragione, l'immaginazione
non basta. Non solo, la realtà offre spunti
"bellissimi" a cui non vale la
pena di rinunciare. Però bisogna considerare
che stiamo scrivendo di narrativa, per cui
lo spunto reale può prendere una strada diversa
e arrivare da tutt'altra parte. L'immaginazione,
da sola, però non basta mai, soprattutto
quando si scrive di personaggi che hanno
una vita diversa dalla nostra.
raffvisc: Tra pochi giorni ricorrerà l'anniversario
di quello che è passato alla storia come
"Caso Ustica". A distanza di 23
anni pensi si possa ancora arrivare alla
verità? E qual è secondo te la verità? -
Grazie.
Carlo Lucarelli: Sì, credo che si potrà arrivare
prima o poi alla verità se non ad una verità
giudiziaria, che mandi in galera qualcuno
almeno ad una verità storica. Io ho fatto
una trasmissione su Ustica cercando di essere
il più possibile imparziale tra le ipotesi.
Personalmente mi convince di più quella del
missile e credo che ci sia qualcuno, soprattutto
all'estero, che potrebbe dirci ancora qualcosa
in questo senso. Sempre che voglia.
raffvisc: Cosa intendi per verità storica?
ralph32: Credo che per il caso Ustica la
cosa migliore sarebbe un bel romanzo fantascienpolitico,
che ne dici?
Carlo Lucarelli: Una verità che pur non avendo
elementi di prova sufficienti ad una condanna
(e ce ne vogliono giustamente tanti) ne abbia
abbastanza da poter essere condivisa sia
dalla logica che dagli storici. Per esempio,
se emergesse che l'aeronautica (dico se)
ha nascosto tracciati, magari non arriveremmo
ad individuare singoli individui e singole
responsabilità però avremmo un dato di fatto
su cui basare un'analisi. Nel caso di Ustica
una verità storica accettata e condivisa
ufficialmente c'è ed è la relazione della
commissione stragi. Per il romanzo su Ustica,
uno c'è già: "Funerale per Ustica"
di Loriano Macchiavelli, pseudonimo Jules
Quicher.
letabou: Ciao Carlo, visto che se ne torna
a parlare in questi giorni, vorrei sapere
cosa pensi del caso di Emanuela Orlandi
Carlo Lucarelli: Non ne so molto. Avremmo
voluto occuparci di "misteri vaticani",
ma non è molto facile. Le carte da leggere
stanno tutte all'estero.
cuntra: Carlo, secondo te in Italia si fa
abbastanza per combattere le mafie?
Carlo Lucarelli: No, non abbastanza. Ci sono
magistrati e poliziotti che rischiano la
pelle e se sono ancora vivi è solo perché
la mafia ha deciso di tenere un basso profilo.
Politicamente l'emergenza mafia, che ancora
è tale, non si percepisce e ci sono anche
politici che remano contro, in tutta evidenza.
In più si sottovalutano le mafie straniere.
Insomma, non è una bella situazione.
l'amico fritz: si dice che quando la mafia
tace è perché ha acquisito un potere tale
da non essere costretta ad usare le maniere
forti. Condivide l'ipotesi?
Carlo Lucarelli: Sì... o perché immagina
di essere sul punto di arrivarci. Di solito
la mafia smette di sparare sotto elezioni,
per esempio.
guest25: La situazione da lei ora descritta
sulla mafie è davvero agghiacciante, ma ritiene
tale situazione essere tipicamente italiana,
forse gli altri Paesi versano in condizioni
analoghe con le loro mafie? Oppure in Italia
la presenza di Cosa Nostra è molto più incisiva
che altrove?
Carlo Lucarelli: In Italia è sicuramente
più incisiva che, per esempio, nel resto
d'Europa o negli Stati Uniti. In Canada,
per esempio, è molto sottovalutata e prima
o poi (spero di no, naturalmente) si sveglieranno
male. In altri Paesi, come in Russia o in
Colombia, per esempio, è talmente estesa
che non si può neanche parlare di mafia.
diaboliko: C'è stato qualche delitto che
l'ha colpita, diciamo, più del normale?
Carlo Lucarelli: Tanti... tra i delitti "privati"
ci sono quello di Francesca Alinovi, uccisa
a Bologna nell'83 e quello di Lisa Macchi,
uccisa vicino a Verese. Ma alla fine tutti
finiscono per colpirti.
vopo: In "Misteri d'Italia" riparlerai
di Moro, anche alla luce delle nuove ultime
rivelazioni trattate anche nel film "Piazza
delle cinque lune"?
Carlo Lucarelli: Non ho ancora visto il film,
che immagino sia molto interessante. Nella
prossima serie, se sarà come crediamo, ci
occuperemo anche delle BR, vecchie e nuove,
e arriveremo sicuramente anche a Moro. Il
problema è la mole di documenti che ci sono
su quel caso. Ma vedremo di farcela.
kris72: qual'è il caso che l'ha più coinvolta
emotivamente?
Carlo Lucarelli: Degli ultimi la strage alla
stazione di Bologna, per motivi di vicinanza
geografico-emotiva.
pompeo79: Nella vita reale.... Sig. Carlo..
si è mai trovato coinvolto personalmente
in un mistero serio? La ringrazio e la saluto.
Carlo Lucarelli: No, mai... la vita reale
è molto più noiosa e banale (per fortuna)
di quella nei romanzi o nella cronaca. Cosa
vuoi che succeda ad uno scrittore che sta
a Mordano, in provincia di Bologna?
eden204: Ciao Carlo, per iniziare complimenti....come
è iniziata la tua passione per la scrittura?
Carlo Lucarelli: Come è successo a molti
scrittori che conosco... la voglia di raccontare
una storia e l'unico mezzo a disposizione
erano la parole. Prima viene la lettura,
comunque, la voglia di leggere una storia.
Poi capita che così come la vuoi non la trovi
e quindi te la racconti da solo.
ralph32: Consideri i tuoi lettori, persone
motivate o solo gente che pensa a passare
qualche oretta in tranquilla distensione?
Carlo Lucarelli: No, persone motivate, sempre,
da qualcosa che non so ma che sicuramente
c'è. Anche la distensione è una motivazione.
Ma devo dire che non penso molto a chi sia
il lettore e a cosa cerchi. Mi hanno insegnato
che devo sapere sempre che un lettore c'è
(se non scriverei solo per me) ma non devo
chiedermi chi è (se no scriverei solo per
lui).
fbarini: A tuo giudizio in Italia c'è spazio
(oltre a te) per degli autori di libri giallo/thriller/spionaggio
sullo stile di Ken Follet etc...
Carlo Lucarelli: Sì, ce ne sono anche: c'è
Andrea Santini, di cui sta uscendo un libro
per Tropea Editore in questi giorni. C'è
anche Giampiero Rigosi con "Notturno
Bus", c'è Genna, qualcuno ce n'è.
l'amico fritz: Dear Lucarelli, non pensa
che il suo programma televisivo, per serietà
ed impegno, meriti la prima serata?
Carlo Lucarelli: Sì, e finalmente lo hanno
pensato anche i nostri padroni di casa Rai...
ma non è solo un problema di palinsesto.
Una prima serata richiede una struttura narrativa
più complessa, un po' come un romanzo nei
confronti di un racconto. Ci abbiamo provato
e mercoledì 25 andremo in onda così, alle
20,55. Speriamo bene.
cuntra: Carlo, tu credi che la memoria in
Italia sia un valore condiviso?
Carlo Lucarelli: Sì, più di quanto si pensi
e più di quanto certa gente speri. Bisogna
continuare a coltivarla e a non dare per
scontato niente. Noi riceviamo un sacco di
e-mail di gente giovanissima che ci chiede
notizie su quello che raccontiamo. Non bisogna
mai pensare che tutti sappiano chi è Michele
Sindona ma neanche che non gliele freghi
più niente a nessuno. Perché non è vero.
raffvisc: Hai mai pensato di dare una mano
come parte attiva ad una indagine, intendo
collaborando con Polizia, inquirenti, etc
etc?
Carlo Lucarelli: No, io sono solo uno scrittore.
Non ho i loro mezzi né la loro capacità professionale.
L'intuizione "geniale" non basta
e non serve.
kruda: Carlo, da lettore qual è il libro
che hai letto e che ti è ha colpito di più
ultimamente?
Carlo Lucarelli: ultimamente ho letto "Alì
il Magnifico", di un autore francese
di cui mi sfugge il nome (ed. Feltrinelli).
Mi è piaciuto.
marcellot: Il delitto di Elisabetta Ciabani
21 anni fa, secondo Lei è riconducibile al
caso del Mostro di Firenze, data la stretta
amicizia della Ciabani con Susanna Cambi,
vittima del mostro?
Carlo Lucarelli: E' una connessione che non
conoscevo. Non so se ci sia un nesso... non
di natura seriale, sicuramente. Ma ci sono
state tante morti attorno ai delitti di Firenze,
per cui potrebbe anche essere possibile.
Ma non ne so abbastanza.
cosimo_l: Volevo chiedere appunto a Luccarelli
un giudizio su Jason Starr
Carlo Lucarelli: Non lo conosco, non ho ancora
letto niente...
the_man: Le prime volte che hai mandato i
tuoi lavori alle case editrici hai mai provato
un senso di sconforto del tipo... "figurati
se qualcuno si accorgerà di me?"
Carlo Lucarelli: Sì, certo... anzi, ho anche
ricevuto il fatidico bigliettino con su scritto
"siamo spiacenti, il suo romanzo è bellissimo
ma non rispecchia la nostra linea editoriale"
o qualcosa del genere. Lo sconforto è normale
in uno scrittore che inizia
ralph32: Qual è il miglior editore per un
esordiente che voglia presentare un proprio
lavoro?
Carlo Lucarelli: Un editore abbastanza piccolo
da prestare la giusta attenzione ma abbastanza
grosso da poter lavorare bene sul libro.
Di solito l'editore che sta pubblicando libri
simili a quelli che stai scrivendo tu.
monica_paps: Come ha fatto a pubblicare il
suo primo libro?
Carlo Lucarelli: Dunque, il primo libro l'ho
scritto e a differenza degli altri che avevo
scritto e spedito, ero sicuro che non avrei
potuto fare niente di meglio. Ho cominciato
a spedirlo a case editrici a gruppi di tre:
Sellerio, Mondadori, Sugarco i primi tre,
non so bene perché. Mentre stavo per spedire
un'altra terna Sellerio ha risposto che mi
pubblicava. Molto semplice, e anche molto
fortunato.
letabou: Ho appena finito di leggere "Serial
Killer", scritto a 4 mani con Picozzi,
ma mi sembrava che ci fosse molto del tuo
stile, e poco del suo. Sbaglio? Ti ha fatto
da consulente diciamo "tecnico"
o cosa?
Carlo Lucarelli: No, anzi, sono io che ho
fatto da spalla a lui. Il vero tecnico, e
quello è un manuale prima di tutto, è lui.
Non ha mai avuto un cattivo stile, Pico.
Comunque, mie sono soprattutto le parti narrative,
delle biografie, dove evidentemente lo stile
può lanciarsi più facilmente.
andreacav: E' difficile Carlo addentrarsi
nella psiche dei personaggi delle tue storie
e non ti inquieta tutto ciò?
Carlo Lucarelli: Mi inquieta il fatto che
diventi sempre meno difficile. Una volta
facevo più fatica, il che mi porta a chiedermi
se sia diventato più bravo o solo più smarrito,
psicologicamente. C'è una tecnica, comunque,
che consiste nel tratteggiare alcuni elementi
immaginari, unirli ad altri reali, rubati
a personaggi simili, e poi lasciare che sia
il personaggio che hai inventato a scriversi
praticamente da solo.
principino85: Se non avesse intrapreso la
carriera di scrittore e di storico, cos'altro
l'avrebbe affascinata?
Carlo Lucarelli: Mah...a volte penso che
avrei fatto (male) il poliziotto oppure (male)
l'insegnante. Quando ero più piccolo cantavo
(male) in un gruppo punk, ma non credo sarebbe
stata una gran carriera.
(23 giugno 2003)