CITY 7 intervista Carlo Lucarelli
Articolo e intervista di Rosita Giulian
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C7: Carlo, come si partorisce un racconto?
CL: Raramente i racconti nascono da soli. Quasi sempre vengono alla luce da una specie di stimolo che una volta, ricordiamo, si chiamava commissione. Ad un tratto ti viene suggerito un argomento al quale non avevi pensato ma ti accorgi subito della sua invadente presenza. In qualche maniera ti abitava già in testa. Allora, si cominciano a buttare giù le idee, man mano che ti vengono in mente, in questo modo si inizia a plasmare la forma, l'ideale sarebbe uno sforzo di breve, ma intenso respiro (piuttosto che un'architettura elaborata adatta per un romanzo). Un esperimento di stile narrativo che consiglio per uno sviluppo vincente. Perché la "creatura venga fuori" c'è bisogno di una persona che ti faccia da tramite, che accenda la scintilla.
C7: Come definiresti il successo ottenuto fino ad ora di questa antologia?
CL: innanzitutto, premetto che non si tratta di un lavoro arbitrario. Il modo in cui si è deciso di dar vita ai vivacissimi racconti che animano lo spirito di questa antologia lo accosterei tramite un esempio banale, ma fondamentale per la buona riuscita di un testo di questo tipo... Immagina che una sera un gruppo di amici narratori si riunisce a cena... e intorno ad un tavolo ognuno racconta una storia. Il segreto? la differenza sta nel piacere in cui immagini la trama. L'alone di mistero penserà al resto.