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"Internet è giallo"

Parola di Carlo Lucarelli che spiega il legame tra il thriller e la rete

Nel panorama degli scrittori del noir italiano è stato tra i primi a creare un legame tra il mondo dell'informatica e il genere poliziesco. Carlo Lucarelli, uno dei maggiori esponenti del giallo nostrano, sa raccontare con documentata abilità sia i misteri del passato che il presente ipertecnologico. Nel suo Almost blue (1997), c'è un assassino che contatta le vittime tramite la chat, e la polizia scientifica indaga a colpi di email e programmi di fotoritocco. Un content provider è addirittura l'assassino del suo libro Un giorno dopo l'altro (2000).
Così, lo scrittore famoso anche per la serie tv, Blu notte, spiega a News2000 come può nascere un giallo che racconta di files, posta elettornica e pagine web.

Ci può essere un legame tra internet e il giallo?
Certamente sì. È un legame fisiologico, come dire che la città è giallo o che il treno è giallo. Avvengono delitti anche su internet. Qualsiasi frangente della realtà, anche virtuale, è fonte di molti stimoli nel campo del noir. Ma questo è un dato meccanico. Si può aggiungere che il giallo è un genere che necessita di grande documentazione. In rete esiste una miriade di informazioni utilissime per il lavoro dello scrittore. Internet è una grande fonte. A questo aspetto se ne aggiunge un altro che fissa un forte legame tra rete e giallo: il rapporto con il pubblico dei lettori. In questo la rete è impagabile e consente di sviluppare un ottimo punto d'incontro. Un poeta, magari, può vivere la sua arte con distacco dalla realtà e dai lettori, il giallista no.


Improvvisando, quali potrebbero essere gli ingredienti per un romanzo giallo che abbia come sfondo la rete?
Si tratta di un tema che ho già toccato nel mio romanzo Un giorno dopo l'altro (Einaudi 2000, ndr) dove il killer sfrutta internet per contattare le vittime. Un primo ingrediente, comunque, è quello dell'anonimato. Ci si può mettere in contatto con qualcuno senza svelare la propria identità, camuffandola. Dal punto di vista romanzesco è un stimolo notevole che può essere sfruttato. Poi, internet è un non-luogo. Tutti i non-luoghi sono le ambientazioni ideali per il giallo. Un mondo senza spazio e tempo.


Ti ritrovi catapultato in mezzo alle pagine di un libro noir, preferiresti essere la vittima o l'assassino?
Preferirei essere il poliziotto. Non riuscirei ad immedesimarmi con il killer, è una figura negativa e oscura. Meno ancora con la vittima che è un protagonista involontario: nessuno vuole essere ucciso.


Cogne: stimoli, impressioni, riflessioni
Credo che ciascuno di noi sia rimasto colpito da questa vicenda. Si tratta di un delitto che attiene al mondo della famiglia e dell'infanzia che conosco meno bene dal punto di vista narrativo. È un delitto orribile, mi fa venire in mente le favole tremende degli orchi. Spero che qualcuno arrivi a scrivere il perché. Ma non è un realtà che mi ha stimolato dal punto di vista letterario. Almeno per ora. Bisogna aspettare, far decantare gli eventi, acquisire più informazioni possibili per poter disegnare un quadro più preciso.


Lei cura per Einaudi il filone noir della collana "Stile libero": dove va il giallo italiano? Verso la qualità o verso la quantità?
Il pericolo della "quantità" non è un problema degli editori. Non dovrebbero essere condizionati dal pubblicare un giallo solo perché è il genere che, in un determinato momento, va di più. Penso che il giallo italiano vada verso la qualità tenuto conto che lo scrittore di genere si trova di fronte a una grande responsabilità. Se è vero, infatti, che il giallo è lo strumento narrativo più vicino alla realtà e che può essere sfruttato anche come opera di denuncia sociale, allora non bisogna disattendere la fiducia dei lettori.


15 marzo 2002

  Mauro Milesi  
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