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Carlo Lucarelli Romanziere Sceneggiatore e
Conduttore TV
CARLO LUCARELLI è nato il 26 ottobre 1960 a Parma, vive tra
Mordano (Bo) e San Marino.
Il suo percorso
narrativo va dai racconti
brevi sparsi nelle
varie antologie del "Gruppo 13" (di cui fa parte) alla trilogia giallo-storica
con il commissario De Luca
pubblicata dalla
Sellerio (Carta bianca, L'estate torbida e Via delle Oche). Membro della sezione italiana dell’AIEP
(Associazion Internazional
Escritor de Poliziaco,
fondata a Cuba da Paco
Ignatio Taibo II).
Docente di scrittura creativa
alla Scuola
Holden di Alessandro Baricco
a Torino e nel
carcere "Due Palazzi"
di Padova,
è curatore della rivista
telematica "Incubatoio 16". Ha vinto il "Premio Alberto
Tedeschi" con il romanzo
"Indagine non autorizzata" nel 1993, il "Premio Mistery"
con "Via delle Oche" nel 1996, con il romanzo "L'Isola
dell'Angelo Caduto"
è stato finalista
al "Premio Bancarella"
nel 2000
ed ha vinto il "Premio
Franco Fedeli"
sempre nel 2000. Fa parte
dell'Associazione Scrittori di Bologna. I suoi romanzi sono stati tradotti per
la prestigiosa Série noir
della Gallimard
in Francia. Collaboratore
della collana Stile
libero dell'Einaudi nella
quale sono inseriti
i suoi romanzi "Il Giorno del Lupo", "Almost Blue" e "Guernica" ne cura la selezione noir insieme
a Luigi Bernardi. Ha condotto
per la RAI
il programma televisivo
"Mistero in Blu" successivamente intitolato "Blu notte", ora giunta alla quarta
serie. Ha sceneggiato il
radiodramma Radio
Bellablù per RadioTre.
Ultimamente ha pubblicato
"Un Giorno dopo l'altro" (Einaudi) nel quale riprende il personaggio
Grazia Negro apparso per
la prima volta in
"Lupo Mannaro" (Theoria) e successivamente in "Almost Blue" (Einaudi). Scrive sceneggiature di
fumetti e soggetti per
videoclip (l’ultimo,
per Vasco Rossi, ha avuto
la regia di Roman
Polansky). Dal suo
romanzo "Almost Blue" Alex Infascelli ha tratto il film
omonimo. Inoltre ha collaborato
con Dario
Argento per il suo ultimo
film "Nonhosonno". Il suo libro Lupo Mannaro è diventato un film di Antonio Tibaldi con
sceneggiatura sua e di
Laura Paolucci.
E' sempre in movimento da un capo all'altro
dell'Italia, senza contare
le presenze estere.
Partecipa volentieri a
quante piu' manifestazioni
e incontri letterari puo'
(soprattutto se
dedicati alla letteratura
gialla e noir).
Quasi tutti
i suoi romanzi sono stati tradotti e pubblicati
in Francia (Gallimard),
in Olanda (Serena
Libri), Grecia (Primus),
Spagna (Edhasa),
Germania (DuMont Buchverlag),
U.S.A. (City
Lights), Islanda e Norvegia.
Altri suoi libri sono: Laura di Rimini, Mistero in Blu (Einaudi), Falange Armata (Granata Press, Hobby & Work) Indagine non autorizzata (Mondadori, Hobby & Work), Febbre Gialla (EL), Nikita (EL), Il Trillo del Diavolo (EL), Autosole (Rizzoli, 1998) e, con Michele Giuttari,
Compagni di Sangue (Le Lettere, Rizzoli), Medical Thriller (Einaudi 2002) con Eraldo Baldini e Giampiero
Rigosi. Misteri d'Italia - i casi di Blu Notte (Einaudi 2003). Serial Killer - Storie di ossessione omicida, (Mondadori 2003) con Massimo Picozzi. Il Lato Sinistro del Cuore, (Einaudi 2003).
Link:
- http://www.einaudi.it/
- il sito ufficiale
- il sito NON ufficiale
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Intervista a Carlo Lucarelli
a
cura di Marcello
Tarozzi,
Àlen
Loreti e Matteo
Sabbatani
In occasione del 25
Aprile 2003, Festa Nazionale della
Liberazione,
Carlo Lucarelli è stato
ospite delle
Celebrazioni
di questo
Anniversario
a Ca' di Malanca sull'Appennino
romagnolo,
sede
del Museo
della Resistenza. Lo
scrittore
di Mordano,
dopo
aver parlato del
significato
della
Memoria
e dell'importanza che
rivestono
gli autori
nel conservare
e spiegare
gli eventi
che incidono
sulla
storia di
una società,
ci ha
concesso
una breve
intervista.
Marcello
Tarozzi
(Segr. dell'Sg di
Imola) gli
ha posto
tre semplici
domande. Àlen
Loreti (Resp.
Comunicazione)
ha documentato
l'intero
dialogo
filmandolo
con la telecamera
che aveva
con sé.
Quella
che segue è dunque una
video-intervista
la cui
"sbobinatura"
è
stata compiuta
da Matteo
Sabbatani
a cui va un
ringraziamento
speciale.
Buona
lettura.
Ci sono persone che parlano del 25 aprile
come
di una data, di un fatto che divide;
noi crediamo
che non sia così. È importante,
per te,
che i giovani ricordino?
Sicuramente sì,
anzi è importantissimo:
intanto,
voglio dire, è
bello ricordare,
è bello
ricordare dei momenti
che sono
belli.
Quello della Resistenza è stato
– al di là
del momento
brutto che poteva essere
in generale,
perché
c’era la guerra e la gente
moriva –
un periodo
comunque bello, un periodo
in cui tutta
una serie
di persone hanno dato la
vita, sono
andate
a morire, hanno fatto un sacco
di fatica
e hanno
patito un sacco di sofferenze
per dei valori
che –
oggettivamente – sono
belli, per
dei valori
che non possono dividere o
che, se dividono
qualcuno,
è giusto che questo
qualcuno
stia
da un’altra parte: chi è contro
l’unità,
la libertà,
la giustizia e la
solidarietà
ha queste
idee e se le tiene. È
stato un
momento
in cui,
incredibilmente, si sono ritrovati – pur
con tutte
le loro
differenze
e con certe
contraddizioni,
ma questo
si deve
al momento
storico
– dalla
stessa
parte, a lavorare
assieme
per un’idea,
per un
grande ideale,
dai cattolici
ai comunisti,
passando
per
Liberali,
Azionisti,
Repubblicani
e gente
che non
centrava
niente,
gente che – fino
a un
secondo
prima
– non aveva mai pensato
politicamente,
non aveva
mai pensato
di dire:
“Eh no,
questa
volta
io devo farla questa
cosa!”
Cosa
si può
dire, perché non si deve
ricordare
un momento
grande
come questo?
Qualche ricordo, qualche esperienza della
tua famiglia
ti lega personalmente alla Resistenza?
Perché
hai scelto di ambientare due dei tuoi
romanzi
in questo periodo?
Io vengo da una famiglia che, per parte di
padre,
ha vissuto tutto “l’arco” del ventennio
ed è
passata – dall’essere debitamente fascista,
prima
della guerra – al subire la guerra
e poi
nascondere soldati che l’otto settembre
scappavano
ed armi che andavano alla Resistenza.
Da parte
invece di madre e di famiglia acquisita,
io ho
avuto persone che hanno fatto parte
della
Resistenza – come Gianni Manzoni, che
era uno
storico della Trentaseiesima Garibaldi
– e persone
che stavano anche dall’altra
parte
e che, poi, sono state uccise in uno
di quegli
episodi – strani e contraddittori
– che
succedono alla fine di ogni guerra.
Non l’ho
vissuta mai direttamente io, non
ho mai
avuto un nonno o uno zio partigiano
che mi
dicesse queste cose, però – come tutta
la mia
generazione – l’ho scoperta. Dopo
aver
sentito queste vecchie storie – che
magari
t’annoiavano anche - quando finalmente
ti fermi
e cominci a pensarci, dici: “ Eh
però,
rispetto a questo, c’erano delle cose
molto
interessanti” .
Quando uscirà il tuo prossimo libro?
Il prossimo libro – che sto scrivendo adesso
e che
non so
quando uscirà – è ambientato,
tra il
1895
e il 1896, in Eritrea: mi sembra
che sia
interessante
– adesso – mettersi
a parlare
di imperialismo,
colonie, guerre
in Africa,
di popoli
grandi che credono di
avere
diritti
su popoli piccoli eccetera,
eccetera;
E anche
di parlare degli
italiani
considerati
"italiani, brava
gente",
è vero,
ma quando continuano
a ripeterselo
se lo
dimenticano e fanno cose
brutte
come
quelle che abbiamo fatto in noi
in Africa.
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