Carlo Lucarelli partecipa al concorso letterario
indetto da Arezzo Wave con un incipit...
Intevista di Federico Fiume a Carlo Lucarelli
5 luglio 2002
Un nuovo spazio di Arezzo Wave dedicato alla
letteratura, il Word Stage, ospita oggi Tiziano
Scarpa, Aldo Nove e Raoul Montanari. Ieri
c'era Carlo Lucarelli. Il programma prevede
nel pomeriggio uno stage ad iscrizione gratuita
(sempre affollatissimo) ad uso dei ragazzi
che vogliono imparare i "trucchi del
mestiere" o anche solo divenire lettori
più consapevoli, poi un reading con sottofondo
musicale degli autori invitati. Un filo rosso
che unisce musica e parole nel nome di Riccardo
Gambi, uno dei collaboratori storici di Arezzo
Wave sin dalla sua nascita, scomparso prematuramente
tre anni fa. La Biblioteca di Riccardo, nata
recentemente ad Arezzo, promuove e gestisce
l'iniziativa. Con Carlo Lucarelli, scrittore
ma anche sceneggiatore di cinema, fumetti
e videoclip (ha appena terminato di scrivere
con Giampiero Rigosi il soggetto per un film
su Diabolik), autore e conduttore televisivo,
abbiamo cercato di fare il punto sul rapporto
che lega i giovani alla letteratura (la nuova
narrativa italiana in particolare) ed il
legame che autori e lettori hanno con la
musica.
Cosa ne pensa dell'iniziativa del Word Stage?
E' ottima e poi Arezzo Wave è il posto giusto.
C'è un'unione fra musica e scrittura che
sta nel bagaglio culturale della nostra generazione
di scrittori e di quelli più giovani. Non
solo, Arezzo Wave è sempre stato un posto
dove si ricerca, si sperimenta, si cerca
di far conoscere cose nuove e la letteratura
in questo momento sta facendo la stessa cosa.
Le suggestioni sono le stesse, perciò il
fatto che si crei un anello di congiunzione
fra quello che si fa in musica e quello che
si fa in letteratura, mi sembra perfettamente
logico e se non si fa qua non so proprio
dove si debba fare.
Lei sostiene che ormai non è più vero che
i giovani italiani non leggono. Pensa sia
anche merito di una generazione di scrittori
che ha saputo coniugare la cultura musicale
nei suoi libri, parlando un linguaggio comune
a quello dei ragazzi?
Ci sono stati in Italia, a partire dai primi
anni '90, una serie di autori che pensavano
le stesse cose di chi li leggeva, che appartenevano
ad una medesima area culturale; parlavano
di musica, di una realtà quotidiana in cui
i giovani potevano riconoscersi e questo
sicuramente ha cambiato qualcosa. Io mi sono
sentito dire per anni che i giovani non leggono,
che sono disinteressati, etc. Andavo nelle
scuole a presentare i miei libri e trovavo
il preside o il professore di turno che mi
diceva: "Faccia pure, ma tanto è inutile,
questi qua non leggono niente", e invece
poi ci trovavo gente che avrebbe potuto dare
delle tesi di laurea su Stephen King, sulla
fantascienza, sull'horror. Oggi ci sono eventi
che cominciano a convincere anche gli editori,
come il Festival della letteratura di Mantova,
dove arrivano decine migliaia di ragazzi
ogni anno..
E' vero che canta in un gruppo?
Gli editori continuano a scriverlo in fondo
ai libri perché fa tanto target giovanilista,
in realtà avevo un gruppo punk quand'ero
ragazzino. Oggi continuo a cantare con una
band, ma solo in cantina, perché siamo fra
i peggiori e ci vergogniamo.
Qual'è il suo personale rapporto con la musica?
La musica ha sicuramente determinato molto
del mio modo di scrivere. Mi dà una serie
di stimoli e di spunti, ma soprattutto provoca
emozioni che poi si travasano nella storia
che sto scrivendo. La musica aiuta a creare
l'atmosfera del romanzo che stai scrivendo,
anche la sua stessa struttura. Serve anche
a delineare un personaggio: se riesci a capire
cosa ascolta riuscirai a descriverlo meglio.
Non potrei scrivere qualcosa senza pensare
a quale musica ci sta dentro. In alcuni casi,
come "Nell'isola dell'angelo caduto"
l'ho fatto proprio scientificamente, avviando
una ricerca che mi portasse a trovare le
giuste emozioni e le giuste stutture, che
in quel caso dovevano esprimere disagio,
dissonanza. Ho chiesto consigli e ascoltato
decine di cd arrivando anche a chiedermi
"come posso riprodurre quella nota,
quel passaggio, in termini di scrittura"?
Sta scrivendo un nuovo romanzo?
Diciamo che lo sto pensando. Ho in mente
una storia ambientata nelle colonie italiane
d'Africa e anche in questo caso voglio fare
una ricerca approfondita sulla musica di
quelle zone.
L'incipit di Carlo Lucarelli:
"Dicevano che la casa fosse servita
per un rapimento, per nasconderci un ostaggio,
e che fosse rimasta così da quando era arrivata
la polizia. A lui non importava a cosa fosse
servita prima. A lui interessava a cosa sarebbe
servita adesso. Era a quello che pensava,
nudo, tra le assi polverose, attento a non
farsi trafiggere dalle schegge di legno…"