INTERVISTA A CURA DI SIMONA MAMMANO
Lo scrittore ritorna in libreria con un romanzo
dopo sette anni
" L’Africa che mi fa vibrare"
Un’intervista a trecentosessanta gradi con
Carlo Lucarelli
Faccio l’intervista a Carlo Lucarelli
nel suo castello di Mordano. È un’antica costruzione
all’interno della cui torre lo scrittore
ha posto il suo studio.
Enorme tavolo in cristallo al centro,
grandi finestre che assicurano tanta luce, ma anche
la vista del paese e librerie, tante librerie,
i cui autori sono suddivisi in maniera geografica
(la stessa soluzione che ho adottato io).
Sono tanti anni che conosco Carlo e
ogni volta che passo con lui varie ore ho la
maniera di apprezzarlo per la sua semplicità,
piena di introspezione, che la fama non ha
mai scalfito.
Faccio fatica a trovare un posto nell’enorme tavolo per il mio computer, devo spostare
pile di
fogli, sentenze, relazioni parlamentari,
tutto materiale che sta studiando per le prossime puntate
di Blu Notte. La prossima, che inizia in
autunno, affronterà il tema della mafia al
nord.
Sarà una puntata da non perdere assolutamente.
Come lavori per costruire una puntata di
blu notte?
I miei collaboratori, i giornalisti
Francesco
La Licata e Mario Portanova, fanno un dossier, lo completano
con interviste, sentenze e quanto è dato
sapere sul caso. Poi voglio leggere tutto
e racconto sintetizzando, tenendo ovviamente
conto dei tempi televisivi. Quello che viene
fuori sono 40 pagine di testo in cui inserisco
i filmati.
Quanto questo romanzo è importante
per te?
Moltissimo, mi sento emozionato come al mio
debutto che è avvenuto con Carta bianca pubblicato da Sellerio nel 1989. P
Perché questo libro, anch’esso storico
come
i Sellerio, non l’hai proposto alla
tua prima casa editrice?
Il commissario De Luca è Sellerio,
ma questo è nato con Einaudi. I romanzi nuovi
che penso diventano automaticamente Einaudi,
perché parlo dell’idea che ho in mente con
Severino Cesari, editore con Paolo Repetti
della collana Stile Libero, e insieme ne
discutiamo.
Hai presente la domanda che per un po’ di
tempo non ti faranno più i tuoi lettori,
ma che fino all’uscita di quest’ultimo romanzo
ti è stata fatta ovunque e con assoluta costanza.
“Quando esce il suo prossimo romanzo?”
Mi rendo conto delle ragioni dei miei
lettori,
ma io questa storia l’ho avuta dentro la testa,
all’inizio solo con una serie di immagini,
come quella della bimba che balla a piedi
nudi. Poi sono stato a Massaua, proprio per
studiare l’ambientazione del libro, e ho
visto la stessa scena che per anni ho avuto
nella mia mente: la bambina che balla a piedi
nudi. Lì ho capito che questo voleva dire
qualcosa per me e ho iniziato a procurarmi
documenti dell’epoca e parlare con le persone
che ho conosciuto e vivono in Eritrea. Ho
scoperto un mondo di odori odori, suoni,
caldo appiccicoso, che ho sentito di dovere
descrivere nel libro. I suoni mi hanno appassionato,
tutti questi dialetti diversi, dovevo riuscire
a farlo percepire anche a chi legge il libro.
Spero di esserci riuscito. Volevo rendere
la sintonia delle varie voci. Ho inserito
una colonna sonora, come in tutti i miei
libri, l’unica che non c’entra è una canzone
di Nilla Pizzi, ma l’ho voluta mettere perchè
la cantava mia madre quando ero piccolo e
per me ha una valenza speciale.
Perchè nello sfondo, come un protagonista,
hai messo la battaglia di Adua?
Perchè gli italiani hanno avuto questa
grande
sconfitta per i soliti motivi di tutta la nostra storia
recente. Sono andati in Africa impreparati,
anche culturalmente, volevano farne un pezzo
d’Italia, senza sapere cosa avrebbero trovato.
Le persone, la terra cosa avrebbe potuto
dare. In più senza soldi. Gli studenti, a
Napoli, dopo la scon fitta di Adua, che è
costata cinquemila morti, gridavano “Viva
Menelik” il negus etiope che ci ha battuto
ad Adua. C’è stata quindi una ribellione
in Italia a questo delirio di conquista.
Mi viene il parallelo con l’Iraq.
So che con questo romanzo hai avuto in mente
Conrad, Kipling, ma io leggendolo ho sentito
tanto dell’anima nera dell’Hemingway de i
quarantanove racconti? pensi che io sia così
lontana con questo paragone letterario?
No, non ci avevo pensato, ma ti ringrazio
per il paragone e penso che tu abbia ragione.
Nei tuoi precedenti romanzi non hai mai inserito
la parola amore. in questo sì. perchè?
Ho spaziato nei sentimenti, aggiungendo
anche
questo. Alcuni di questi amori sono uniti alla morte,
altri no.
il prossimo libro? non ho potuto evitare
la domanda, così sarò la prima ad avertela
fatta per i prossimi sette anni
Non rinnegando i miei libri precedenti, ho
in mente una nuova storia di De Luca, e sarà Sellerio.
Simona Mammano
Il Pdf di Milano Nera con l'intervista a
Lucarelli
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