"Devo dirti una cosa" appare in "Lavoro vivo" (Edizioni Alegre, 2012) € 14,00 -
pag 192 - ISBN 9788889772744
postfazione: Bruno Papignani
Questo libro nasce da un'idea della Fiom
di Bologna. La motivazione che ha ispirato
il sindacato metalmeccanico è stata quella
di parlare del lavoro attraverso l'immaginazione
di dieci autori e autrici di qualità. Dieci
racconti che parlano di storie molto diverse
tra loro. Spesso si intrecciano e si sovrappongono,
come sul tema della sicurezza e delle morti
sul lavoro che ricorre come sintomo di una
lettura tragica della condizione lavorativa,
di ieri e di oggi. Ma emerge in forme originali
anche la narrazione del lavoro migrante e
la sua presenza pervasiva nell'economia italiana,
il ricordo del lavoro di inizio Novecento,
con la tragedia che ha dato vita all'8 marzo,
il confronto crudo e diretto con la figura
simbolica del "padrone", lo spettro
dell'amianto, la precarietà come fonte di
ricatto. Storie di lavoro e di rabbia, dietro
le quali, come in ogni vita reale, fanno
capolino sprazzi di solidarietà, cumuli di
speranze, storie d'amore che accarezzano
personaggi altrimenti atterriti. Dieci racconti
che spezzano il silenzio sul lavoro reale,
e fanno del "lavoro vivo" il protagonista
del libro. Come scrive Bruno Papignani, segretario
Fiom di Bologna, nella postfazione: "Gli
autori di questi racconti si sono spesi,
hanno prodotto qualcosa di bello e di utile:
bello e utile anche per me, quindi; qualcosa
che ti arriva addosso violento come un pugno
nello stomaco, qualcosa che però, subito
dopo, passato il dolore iniziale, si trasforma".
Contiene dieci storie scritte da Giuseppe
Bettin, Giuseppe Ciarallo, Maria Rosa Cutrufelli,
Angelo Ferracuti, Marcello Fois, Carlo Lucarelli,
Milena Magnani, Giampiero Rigosi, Stefano
Tassinari, Massimo Vaggi .
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