"Le piste dell'Attentato" di Loriano Macchiavelli (Einaudi Stile
Libero Noir, 2004) pp. 148
c'è una frase di Carlo Lucarelli in copertina:
"Sono fatti così i grandi detective del giallo.
Compiono trent'anni e sembrano sempre nati
oggi."
A trent'anni dalla prima pubblicazione, ritorna
l'introvabile romanzo di esordio di Loriano
Macchiavelli, l'autore che ha rivelato il
fascino nero di Bologna, le sue contraddizioni,
il suo essere scenario ideale per il crimine.

Bologna, prima metà degli anni Settanta.
Qualcuno fa saltare in aria la stazione radio
dell'Esercito, sui colli di Paderno. Nell'attentato,
muoiono quattro militari. Nei minuti immediatamente
successivi alla strage, una Fiat 128 con
a bordo tre individui forza un posto di blocco.
Sarti Antonio, sergente, la insegue, la blocca,
arresta i tre. Per un'intera città, che non
ne vuole sapere troppo di questi fatti di
sangue ma che pure dovrà abituarsi, il caso
è risolto. Per Sarti Antonio, testardo, collerico
e intelligente quanto basta, invece è soltanto
all'inizio.
Personaggio fra i piú amati del giallo nazionale,
il sergente Sarti Antonio vive qui la sua
prima avventura e già rivela tutte le caratteristiche
che lo hanno reso famoso. La sua tenacia,
il suo spirito di contraddizione, l'alternarsi
di momenti di indolenza a momenti di frenesia,
assurgono quasi a simbolo di Bologna, la
città frastornata che è allo stesso tempo
scenario e anima delle storie di Loriano
Macchiavelli.
Classico autentico, tragicamente profetico
e non meno tragicamente attuale, questo romanzo
costituisce il punto di partenza della piú
feconda stagione del romanzo poliziesco italiano.
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