"Profondo nero"
Serie realizzata da Carlo Lucarelli con Alessandro
Patrignanelli, Diego di Gianvito e
Federica
Germano.
Profondo Nero di Carlo Lucarelli è
la serie
dalle atmosfere noir he si addentra
nei meandri
più oscuri della mente criminale. Una
nuova
produzione originale: sei episodi,
sei menti
malvagie, sei assassini italiani. Dal
Landrù
del Tevere, che fa a pezzi sette giovani
donne nell'Italia del fascismo, passando
per Milena Quaglini che uccide tre
uomini
nella provincia lombarda fino ad arrivare
a Maurizio Minghella che assassinava
per
puro piacere.

dal 23 giugno 2015 alle 22 su Crime
+ Investigation
1 La vedova nera del pavese (Milena Quaglini)
La Quaglini uccide tre uomini nella
provincia
lombarda tra Broni e Stradella. E'
una vedova
nera atipica e disperata che uccide
uomini
violenti per difendersi e forse per
vendicarsi.
Una storia che racconta la provincia
ma anche
quell'universo femminile che in altre
circostanze
sarebbe stato vittima di femminicidio
e che
qui, in qualche modo, né è la nemesi.
2 Accecato dal sangue (Maurizio Minghella)
Minghella ha bisogno di uccidere, perché
quando ammazza si eccita. Le sue vittime
sono donne, in particolare prostitute.
Gli
omicidi iniziano il 9 aprile 1978 con
la
prima vittima Anna Pagano, 20 anni,
una prostituta
tossicodipendente. Dopo aver ucciso
altre
quattro donne, Minghella viene arrestato.
Il 3 aprile 1981 è condannato all'ergastolo.
Nel 1995, a 37 anni, ottiene la semilibertà
ed è in questo periodo che commette
almeno
altri 4 omicidi, tra cui il suo crimine
più
efferato: Tina Motoc, 27 anni, brutalmente
uccisa nella notte tra il 16 e i 17
febbraio
2001.
3 Assassino cerca moglie (Cesare Serviatti)
Chiamato il Landru del Tevere, Cesare
Serviatti
uccide e fa a pezzi sette giovani donne
nell'Italia
del fascismo, usando un coltello da
cucina
come arma del delitto, due valigie
come tomba,
un treno come carro funebre. Per anni
quest'uomo
dall'aria innocua adesca con l'aiuto
della
moglie ingenue donne di mezza età,
utilizzando
annunci sui giornali con l'intento
di accaparrarsi
i loro averi. Una storia che inizia
con la
scoperta dei corpi a pezzi nelle valigie
alla Stazione di Napoli e che lascia
sbigottito
un paese in cui il regime fascista
proibiva
i romanzi gialli e censurava la cronaca
nera.
4 Un killer nel mirino (Salvatore Avvantaggiato)
Tra l'ottobre 1977 e l'agosto 2000
Salvatore
Avvantaggiato commette due omicidi,
forse
di più (ma non è mai stato possibile
dimostrarlo).
La prima vittima è un'ostetrica, uccisa
nel
1977 durante un furto d'appartamento
a Corigliano
d'Otranto. Viene arrestato e condannato
all'ergastolo.
Durante la detenzione ottiene una cinquantina
di permessi-premio per buona condotta
e il
7 agosto 2000 uccide di nuovo. Lui
nega ogni
responsabilità, ma una telecamera a
circuito
chiuso lo incastrerà, cancellando ogni
dubbio.
5 Il mostro di Merano (Ferdinand Gamper)
Il primo marzo 1996 la polizia e la
Criminalpol
sono schierate davanti alla porta di
un maso,
tipica abitazione del Trentino Alto
Adige.
All'interno si è barricato un uomo
dopo aver
sparato in faccia a un maresciallo.
Quell'uomo
è Ferdinand Gamper e ha ucciso sei
persone
a Merano con un colpo in testa di calibro
22. L'unico movente degli omicidi sembra
essere quello dell'odio verso gli italiani,
testimoniato anche da un messaggio
lasciato
dal killer accanto a una delle ultime
vittime.
Naturalmente le cose non sono così
semplici
come sembrano: scavando sotto la superficie
della cronaca, emergono i tratti della
personalità
dell'assassino e la sua tormentata
storia
familiare.
6 La saponificatrice di Correggio (Leonarda
Cianciulli)
La protagonista di questa vicenda è passata
alla storia per aver bollito con la soda
caustica i resti di alcune sue vittime, facendone
del sapone. In realtà Leonarda Cianciulli
ha fatto ben altro e aveva una motivazione
forte per uccidere: voleva compiere dei sacrifici
umani per salvare i propri figli dalla morte,
in particolare il primogenito, che rischiava
di essere chiamato al fronte. La Cianciulli
aveva già perso troppi figli (nel suo memoriale
si parla di dieci bambini morti nella culla
e tre gravidanze interrotte) e non poteva
sopportare altre bare bianche: "Non
ho ucciso per odio o per avidità, ma per
amore di madre". Così tra il 1938 e
il 1941 assassina almeno tre donne, dalle
quali ricava il sangue come tributo per salvare
i propri figli.

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