"Radiopanico" di Carlo Lucarelli è pubblicato in "Radiopanico" (Mobydick, 2000) pp. 96 - ISBN 9788881781614
e in
"Radiopanico2" (Mobydick, 2002) pp. 64 - Isbn 8881782367
appare anche nell'antologia "Il lato sinistro del cuore"



Radiopanico (Mobydick, 2000) pp. 96 - ISBN 9788881781614
prefazione di Carlo Lucarelli :
"Sulle onde della "paura" si è chiusa la prima edizione del concorso letterario nazionale "Radiopanico", promosso dalla banca Antonveneta. Ed è stato proprio un successo: oltre duecento le persone che hanno inviato in forma scritta le loro angosce - in ipotetico viaggio sulle curve dell'etere.
Duecento opere dall'interessante livello medio. Un'iniziativa che sicuramente merita un futuro, per la sua "atipicità" e per il fatto che potrebbe stimolare nuova "scrittura per la radio" - una forma letteraria fondamentale e affascinante fino a qualche anno fa, che sta purtroppo rischiando di scomparire.
Ed ora il concorso (seguito con interesse da Radio 2 Rai - attraverso i programmi "Jefferson" e "Caterpillar" - da Radio Popolare di Milano, Radio Città del Capo di Bologna, Radio Base di Venezia, Radio Città Futura di Roma e da tantissime altre emittenti) ha una sua naturale appendice nella pubblicazione dei racconti vincitori.

Ma, tornando al tema iniziale, è stato intrigante scoprire quali sono le "paure" raccontate. Certamente assai diverse tra loro, in moltissimi casi private e intime.
Si poteva magari immaginare che quelle privilegiate nei testi sarebbero state ispirate da panici "collettivi" (guerre, catastrofi, Aids): il concorso, tra l'altro, è stato bandito in piena guerra nel Kosovo ... E poi, a pochi giorni dal 2000, ci si sarebbe potuto attendere un eccesso di "paure universali", evocate da timori neo-millenaristi.
Invece: quasi niente di tutto questo. E' emersa piuttosto una pluralità di panici "personalizzati".
Paure del quotidiano, che diventano fobie e angosce "minimaliste" legate all'incomprensione, alla solitudine, al rifiuto, strette spesso tra rapporti interpersonali e relazioni umane false, sbagliate, ipocrite. Il panico - ed è questo un dato che va sottolineato, perché forse è proprio da qui che nascono le "grandi tragedie collettive" - arriva perlopiù da "dentro", oppure dalla paura dell'altro.
In generale - pur nel discreto livello di cui si diceva - è emersa più "scrittura" che "lettura", e sotto le idee, anche a quelle buone, si avverte una certa carenza di basi e di riferimenti. Del resto, francamente, pare un problema che riguarda tutto il panorama della scrittura emergente italiana ...
L'opera vincitrice, quella di Giovanna Passigato Gibertini, è stata indicata come tale da tutti i giurati, e anche le altre quattro segnalate si distinguono abbastanza nettamente (seppure alcune si distacchino da una vera e propria sceneggiatura radiofonica) tra le trenta "superstiti" alla prima selezione.
Ma "Cantine" - il racconto classificatosi al primo posto, che parla di una situazione di nevrosi, con un protagonista che conclude la sua epopea in bagno - si dimostra anche una fotografia molto attendibile di toni e contenuti usati dalla maggioranza dei partecipanti. Le grandi paure, i timori esistenziali collettivi - magari per il fatto di passare sui media a qualsiasi ora di ogni giorno - hanno generato ormai una sorta di assuefazione?
Sarebbe forse necessario fermarsi, e ragionarne più attentamente, sul perché questa "tensione generica" non si traduce in fobia. In ogni caso - e questo concorso lo rende del tutto evidente - le scritture privilegiano una riflessione individuale ed individualista. Ed anche il panico finisce per avere una sfumatura diversa.
"


contiene inoltre i racconti di Giovanna Passigato Gibertini, Sebastiano Bisson, Marcello Contardi, Mauro Gurioli, Stefano Montecchi


"Radiopanico2" (Mobydick, 2002) pp. 64 - Isbn 8881782367

"Radiopanico due" è la seconda edizione del concorso letterario ed è anche il titolo del libro che vorrebbe evidenziare il talento di alcuni partecipanti. Il testo raccoglie scritti di: Paola Vannoni, Laura Ganci, Romano Giuffrida, Andrea Malabaila, Patrizia Panicali e Carlo Lucarelli, il cui breve racconto chiude il testo.





Dal racconto nel 2011 Gigi Piola ha tratto un cortometraggio