"Segni Particolari. Appunti per un film sull'Emilia Romagna"
regia di Giuseppe Bertolucci da un'idea di Carlo Lucarelli (ITALIA, 2003, 53’)

Via Emilia è un progetto di quattro film-documentari dedicati all’Emilia-Romagna; quattro film raccontati da quattro scrittori che in questa terra sono nati e a questa terra hanno dedicato parte della loro vita artistica. La via Emilia attraversa e unisce una città-regione, una città-metropoli che va da Piacenza a Rimini. La Via Emilia si estende lungo una regione ricca di primati, di genio e di talento, di creatività, di ricchezza e di contraddizioni; una terra di uomini e di saperi, dalle radici profonde e sempre attenta ai cambiamenti e sensibile alla cultura; una terra di città vivibili e di persone disponibili all’incontro e allo scambio. Via Emilia è stato per noi un modo possibile di poter raccontare questa terra attraverso le voci di scrittori in essa radicati: scrittori noir, scrittori visionari e surreali, poeti, sceneggiatori.

Come il poeta Roberto Roversi, che raccoglie una serie di riflessioni sulla moderna e contraddittoria città di Bologna, oggi più che mai confusa e lontana dai fasti degli anni in cui rappresentava un laboratorio e un modello possibile di vivibilità sociale. O lo sceneggiatore Tonino Guerra che rivisita in forma poetica il “suo” microcosmo -la Romagna- attraverso un percorso poetico e autobiografico tra poesia, scrittura e cinema. E infine gli scrittori Gianni celati e Carlo Lucarelli che percorrono ed “esplorano” paesaggi reali e surreali, itinerari geografici ed interiori, dalla bassa padana al delta del Po lungo l’asse urbano e notturno della Metropoli-Emilia. Quattro modi diversi di raccontare una regione; quattro rappresentazioni differenti di uno stesso luogo; quattro sguardi e altrettante possibilità di guardare con gli occhi di “osservatori privilegiati” e disincantati i territori dell’Emilia-Romagna, quelli più frequentati e consueti, ma anche quelli più personali, interiori.



Via Emilia
Quattro film sull'Emilia-Romagna

episodi:
1.Due o tre cose che so di lei - Tonino Guerra e la Romagna.
2. Segni particolari. - Appunti per un film sull'Emilia-Romagna
3. Bologna e Bologna
4. Mondonuovo

"Un piccolo film, nato dalle suggestioni di Carlo Lucarelli sull'Emilia come megalopoli virtuale e cresciuto nella mia testa un po' come la partitura di una canzonetta, come una filastrocca di suoni e di immagini, di microstorie e di versi di occasione. Escludendo, fin dall'inizio, qualsiasi pretesa di oggettività “documentaristica” e imboccando con allegra incoscienza i sentieri esposti della testimonianza soggettiva. Ho ascoltato le parole di Carlo, esatte e ponderate, e mi sono abbandonato a un mio privatissimo capriccio emiliano, alla maniera - per me sarebbe il massimo - di quei pittori minori che nel diciannovesimo secolo si spostavano nei cento teatri della nostra regione o nelle chiesette sperdute del nostro Appennino, dipingendo fondali o affrescando cappelle, regalandoci ora un magnifico giardino all'italiana, ora un san Donnino giovane e fiero come un fante di coppe." Giuseppe Bertolucci



"Segni Particolari" è vero e proprio biglietto da visita. Fatto di dati sulla regione, sui suoi abitanti, sulla sua economia, sul suo modo di vivere. Ed è un continuo gioco tra passato e presente. da una parte Lucarelli, che racconta con l'autostrada sullo sfondo. E racconta del perché l'Emilia Romagna sia una regione contraddittoria, in continua ricerca di una identità. Una terra di frontiera, insomma, dove spesso la gente passa senza fermarsi, dove le persone "prendono e danno". L'Emilia della modernità, dei centri commerciali dove tutto è annullato in un consumismo anche spasmodico, dove i corpi delle persone si muovono in tutti i sensi. Si muovono per le strade della regione, si muovono per le discoteche della notte, si muovono nelle palestre. Ma dietro tutto questo c'è una donna, silenziosa, che, sola in un cinema, guarda un vecchio documentario scritto da Enzo Biagi, dove l'intervistatore è un giovane Sergio Zavoli. E' un documentario bianco e nero, che certifica il passaggio da una società contadina a una società che presto raggiungerà un'agiatezza che non è mai sfrontata e irresponsabile. E' un gioco tra passato e presente, che non è mai rimpianto per il passato, e non è neppure la celebrazione dell'affluente Emilia. Ma è nel contrasto del tempo che trova una ragione. Come se non fosse comprensibile quella realtà senza quelle tracce di passato che interrompono il racconto e gli fanno da contrappunto.

L'idea è venuta a Nene Grignaffini, regista e sceneggiatrice: raccontare la Via Emilia.
Prodotto dalla Movie Movie, "Via Emilia" è un lungo racconto fatto di quattro film, di circa un'ora ciascuno.
"Mondonuovo" diretto da Davide Ferrario, con la voce narrante di Gianni Celati;
"Segni Particolari" di Giuseppe Bertolucci, da un'idea di Carlo Lucarelli,
"Due o tre cose che so di lei (Tonino Guerra e la Romagna)" di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, con la voce narrante di Tonino Guerra;
"Bologna Bologna" di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, con testo e voce del poeta Roberto Roversi.

Per mettere a punto i quattro film di "Via Emilia" si sono messi assieme in molti. La Fondazione Cassa di Risparmnio di Bologna, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Bologna e Rai Educational diretta da Giovanni Minoli. Con la partecipazione di Coop e del Gruppo Unipol.
I film sono prodotti da Movie Movie (www.moviemovie.it). Movie Movie è una factory bolognese che produce prevalentemente documentari. Con questa operazione prova a fare un salto ulteriore in una direzione che mette assieme l'idea del documentario con l'idea della narrazione. In un territorio creativo che non ha ancora un canone definito

da "GLI AMANTI DELL'EMILIA" di Roberto Cotroneo "L'Espresso" 22 agosto 2003



GLI INTERVENTI

“Abbiamo voluto analizzare il rapporto esistente tra scrittura e luoghi di appartenenza degli autori radicati in questo territorio – ha riferito Nene Grignaffini - incrociando poi la scrittura con registi. Il progetto, in cui emergono quattro sguardi, visioni personali dell’Emilia-Romagna, sotto la direzione di registi diversi, risulta quindi molto ricco”. Si va dal racconto appassionato di Tonino Guerra sulla Romagna , anche una sorta di autoritratto, che si dipana lungo i suoi temi familiari: il dialetto, la memoria , i paesaggi, al “capriccio Emiliano di Giuseppe Bertolucci”, dove Carlo Lucarelli racconta la regione come una grande città metropoli, da Piacenza a Cattolica, un’intuizione manifestata in primo luogo dal poeta Vittorio Tondelli. Da Roberto Roversi che in "Bologna Bologna" compie un atto d’amore verso la sua città, con riflessioni a volte amare e molto dure fino al viaggio onirico nella bassa padana di "Mondonuovo", racchiuso nel racconto di Gianni Celati, che queste terre conosce molto bene per averne anche scritto in modo diffuso.
Il regista Conversano ha riferito che non è sempre facile realizzare questo tipo di iniziative culturali, incontrare l’appoggio di istituzioni, e renderle poi fruibili per un pubblico ampio. In questo caso invece è stato possibile grazie anche al contributo di Rai Educational.
“Mi ha colpito – ha detto il presidente della Provincia di Bologna Vittorio Prodi - la capacità di vedere, secondo un filo logico e in sequenza ordinata, cose già viste e conosciute che serve a comprendere meglio cosa abbiamo fatto e cosa dobbiamo ancora fare”. Inoltre, secondo Vittorio Prodi, il progetto rappresenta uno strumento di presentazione importante del territorio dell’Emilia-Romagna.
Virginiangelo Marabini della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna ha definito i filmati “un concentrato di alta poesia”. “La Fondazione – ha aggiunto – desidera essere presente in questo genere di iniziative a fianco della comunità e degli altri enti interessati alla promozione dell’arte e della cultura”.
“Questo è un esempio di collaborazione che va verso un’idea forte del servizio pubblico – ha detto Gianni Minoli, direttore di Rai Educational - Significa realizzare qualcosa dal valore culturale profondo, spesso dimenticato in una TV che propone in orari nobili solo talkshow , perdendo di vista la sua vera missione”. I film documentari hanno invece , secondo Minoli, la fortissima potenzialità di divulgare emozionando ed incontrano anche il favore del pubblico.
Minoli ha quindi auspicato che i programmatori comincino a credere in questo genere di prodotti e ha dato la propria disponibilità ad proseguire la collaborazione anche per progetti futuri.